Piccioni chiede nuovamente un centro regionale Covid, malattie infettive aperte ed un’Usca potenziata

Pretese già avanzate prima della seconda ondata senza grosso successo da parte dei commissari Longo e dell'Asp

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Da consigliere comunale sospeso, e annunciato candidato alle regionali nelle liste a supporto dell’attuale sindaco di Napoli, De Magistris, Rosario Piccioni chiede al commissario alla sanità Longo e alla commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro di «riaprire il reparto di malattie infettive e microbiologia dell’Ospedale “Giovanni Paolo II”, procedere alla realizzazione di un centro Covid regionale per la riabilitazione dei pazienti guariti o in via di guarigione, potenziare le Usca sul territorio del comprensorio lametino per un’adeguata attività di tracciamento e curare a casa le persone che non necessitano di ricovero», ovvero pretese già avanzate prima della seconda ondata senza grosso successo.

«Gli interventi che sollecitiamo rientrano tra le competenze che il decreto del commissario ad acta del 24 febbraio scorso assegna alla commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro per quanto riguarda l’attuazione del piano di riorganizzazione dell’offerta ospedaliera per l’emergenza epidemiologica COVID-19», ricorda Piccioni, «si parla, tra le altre cose, di migliorare l’organizzazione all’interno degli ospedali, nell’ottica della prevenzione del contagio, a cominciare dai percorsi separati sui quali nei mesi scorsi abbiamo fatto una dura battaglia per garantire la tutela della salute dei pazienti e del nostro impagabile personale sanitario che da un anno è in prima linea nella lotta al Covid. E, sempre nel decreto, si fa riferimento alla possibilità di realizzare opere di edilizia, ai fini della lotta al Covid, anche in deroga alle normative nazionali e regionali vigenti, fino alla fine dello stato d’emergenza. Questo significa che, laddove vi fosse una concreta volontà politica, si potrebbe realizzare, in tempi relativamente rapidi e con molte meno pastoie burocratiche, una struttura come il Centro Covid regionale, con tutte quelle potenzialità logistiche e funzionali rappresentate dall’area già individuata nel complesso dell’ospedale “Giovanni Paolo II”, in una struttura già praticamente pronta e separata dal resto del nosocomio».

Lavori che sono però già partita nell’ex Villa Bianca a Catanzaro, con tutti i problemi del caso ancora non risolti.

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