“Mancata nomina del nuovo medico di base di Carlopoli, presentata istanza”

Il consigliere regionale. 'Ancora non indicato dall'Asp'

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“Il Presidente della Regione, il Commissario ad acta per la sanità e l’Asp di Catanzaro rendano possibile la nomina del nuovo medico di base nel Comune di Carlopoli dove, da quando (23 febbraio) il dottor Vittorio Ventura è stato posto in quiescenza, nonostante le istanze del sindaco, non si sta garantendo lo svolgimento di prestazioni sanitarie primarie”. È quanto chiede in un’istanza indirizzata al presidente Spirlì, al commissario Longo e al vertice dell’Asp di Catanzaro il consigliere regionale Francesco Pitaro.

Pitaro aggiunge: “Trattandosi di un’omissione da cui possono derivare precise  responsabilità, ho ritenuto di trasmettere l’istanza anche al Prefetto di Catanzaro, affinché si prenda atto della problematica e si adottino gli atti e le opportune iniziative”.

Ad avviso di Pitaro: “Quanto sta accadendo ai 950 abitanti/pazienti di Carlopoli è grave di per sé, ma anche simbolicamente preoccupante per l’assenza della minima programmazione in un campo in cui l’attenzione, soprattutto in presenza dell’ancora irrisolta emergenza sanitaria, dovrebbe essere puntuale ed efficace”.

“La vicenda dell’assenza del medico di base nel borgo del Reventino è stata da tempo segnalata dal sindaco Emanuela Talarico e dall’Amministrazione comunale all’Asp di Catanzaro ma, ad oggi, non si è proceduto alla nomina del medico di assistenza primaria in sostituzione del precedente posto in quiescenza. E sarebbe davvero utile conoscere le ragioni burocratiche che si frappongono al doveroso assolvimento di un obbligo che incide sul diritto costituzionale alla salute dei cittadini. Né va tralasciato di sottolineare che tutto ciò sta accadendo in un comune montano caratterizzato da una popolazione composta prevalentemente da persone anziane e senza un adeguato servizio di trasporti pubblici”. In ragione di quanto esposto nell’istanza, Pitaro chiede che “il medico nominando deve garantire prestazioni sanitarie primarie in modo permanente, ininterrotto e con costante presenza sul posto, affinché la comunità di Carlopoli possa godere di fatto e sostanzialmente del diritto alle prestazioni sanitarie”.

Conclude Pitaro: “Altro che investimenti sulla sanità territoriale, la telemedicina e l’assistenza domiciliare, in Calabria i decisori pubblici, a quanto pare, spesso non riescono ad assicurare neanche nell’emergenza epidemiologica le cure primarie”.

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