In ambito sanitario Piccioni e De Magistris chiedono maggiori impegni, ma le decisioni sono dei commissari

Sotto la pioggia, davanti l'ospedale "Giovanni Paolo II", dichiarazioni elettorali in vista delle regionali

Con il settore regionale commissariato per almeno altri 2 anni, e quello aziendale fino a settembre dopo lo scioglimento per 2 anni per infiltrazioni mafiose, il primo appuntamento elettorale di Luigi De Magistris, candidato alla presidenza della Regione Calabria nel turno previsto dopo l’estate, a Lamezia Terme è sotto la pioggia davanti l’ospedale “Giovanni Paolo II”, insieme al candidato al consiglio regionale Rosario Piccioni, con a corredo qualche rappresentante di sigla civica.

Per il sindaco di Napoli «basta al gioco delle tre carte le cui conseguenze le pagano in prima persona i cittadini calabresi. Da anni in Calabria se parli con il governo regionale, ti dice che non può fare nulla perché siamo commissariati. I commissari dicono che non hanno i mezzi per operare. Il governo nazionale dice che non può far nulla perché la regione è commissariata. I cittadini calabresi vivono un’ulteriore vergogna e un paradosso: per colpa di una politica che si è consumata nei decenni, pagano le tasse più alte per avere i servizi meno adeguati. Noi chiediamo al governo nazionale di accollarsi il debito sanitario in Calabria, non lo devono pagare i calabresi. Non è più tollerabile il comportamento di un governo regionale costretto ad andare con il cappello in mano dal commissario o dal governo nazionale».

Commissariamento che continua per la mancanza di equilibrio finanziario e livelli di assistenza, ma per De Magistris la sanità in Calabria «è uno dei principali centri dell’intreccio tra affari, politica e criminalità organizzata. Noi ci appelliamo ai calabresi per una insurrezione culturale fondata sui principi della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza. Le persone perbene devono poter operare nelle istituzioni, la mafia deve starne fuori. Noi possiamo essere un’occasione in Calabria per liberare le persone rimaste al guinzaglio. Liberatevi da quel guinzaglio che fa apparire i diritti come privilegi. Noi siamo persone libere che vogliono una rivoluzione culturale per questa terra».

Lancia l’allarme sui livelli essenziali di assistenza il candidato Rosario Piccioni: «abbiamo scelto questo luogo simbolico perché la priorità nel comprensorio lametino e in Calabria in questo momento è la sanità. Nel piano delle performance approvato a dicembre 2020, si dichiara che “in conseguenza delle gravi ristrettezze finanziarie l’Asp non è in grado di garantire il turnover degli operatori”. La commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro ha messo nero su bianco che in questo territorio non possono essere garantiti i livelli essenziali di assistenza. E’ un dato che fa rabbrividire».

A dicembre 2019 la stessa terna commissariale aveva dichiarato il dissesto dell’azienda sanitaria provinciale, e nonostante ciò Piccioni chiede «che si riparta dalla medicina territoriale e dall’assistenza domiciliare integrata che la pandemia ci ha dimostrato essere una frontiera fondamentale per la cura delle persone in modo da non sovraccaricare le strutture ospedaliere. Questo ospedale è “un gioiellino” tanto dal punto di vista strutturale quanto per gli spazi esterni di cui dispone e la vicinanza ai principali snodi di comunicazione. Porteremo avanti una battaglia con il commissario straordinario perché in questo presidio vengano garantiti i livelli essenziali di assistenza tanto ripristinando livelli adeguati di personale ospedaliero quanto una strumentazione adeguata».

Il piano triennale del fabbisogno del personale approvato dalla terna commissariale continua però a vedere più pensionamenti che assunzioni, proprio per le condizioni economiche critiche dell’azienda, ma l’esponente di “Lamezia Bene Comune” contesta che «non si è riattivato il reparto di malattie infettive dell’ospedale di Lamezia ma addirittura, con l’atto aziendale di pochi giorni fa, malattie infettive è stata declassata a struttura semplice collegata all’unità di Medicina Interna. I commissari straordinari hanno visto con i loro occhi, nei sopralluoghi fatti nei mesi scorsi, le potenzialità del reparto di malattie infettive del nostro ospedale e delle realtà di microbiologia e virologia dove negli anni sono stati portati avanti studi di valore. Noi chiediamo ancora una volta che sia riattivato pienamente il reparto di malattie infettive dell’Ospedale di Lamezia e il laboratorio di microbiologia e virologia». Il che richiederebbe che l’ospedale non sia più spoke, che abbia la possibilità di assumere personale e fare ulteriori acquisti, ambiti che sono aziendali e non della politica.