Le conseguenze della chiusura anticipata delle scuole analizzate da Lucia Cittadino

L'esponente dell'opposizione attualmente sospesa rimarca i cambi di indirizzo tra gli stati generali e la mail di questa mattina

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Sui paradossi temporali – amministrativi tra gli Stati Generali tenuti ieri in Regione, da cui vertici politici e sanitari rassicuravano sul mantenimento della zona arancione in Calabria, e la mail inviata questa mattina a lezioni in corso con cui il subcommissario Calenda chiudeva le scuole da oggi fino al 7 aprile su consiglio dell’Asp, interviene anche Lucia Cittadino.

La consigliera comunale attualmente sospesa denota come «i vertici Asp, che hanno partecipato 24 ore prima agli Stati Generali di Spirlì, tutto di un tratto si accorgono che la situazione è diventata talmente pericolosa da dover disporre la chiusura delle scuole con immaginabili e prevedibili devastanti ripercussioni sui ragazzi e le famiglie. A questo punto mi chiedo, ma una idea i nostri governanti di quello che implica questo continuo “switchare” tra apertura e chiusura delle scuole nella vita delle persone, nell’equilibrio psicofisico degli scolari e dei loro genitori ce l’hanno? Lo sanno cosa significa per una mamma che lavora trovarsi senza preavviso a dover gestire situazioni impossibili da governare? Come fanno i genitori ad organizzare alle 8 di sera la mattinata dei propri bambini, che nella migliore delle ipotesi necessita di qualcuno che li accudisca semplicemente, nella peggiore ha 3 computer da connettere per partecipare alla Ddi?».

Se non fosse che da tempo, anche quando in carica c’era l’amministrazione Mascaro, già un gruppo di genitori, con al seguito consiglieri comunali di opposizioni, chiedeva la chiusura delle scuole e passaggio alla didattica a distanza, con più di un incontro avuto anche con l’attuale terna commissariale. Perché commissariata è l’Asp di Catanzaro, e nei fatti lo è anche l’amministrazione comunale che in mattinata chiudeva le scuole, e solo in serata emanava l’apposita ordinanza che altri sindaci in provincia avevano già pubblicato in precedenza. Ordinanza che scadrà dopo Pasqua, e che quindi non dovrà essere “revocata” ma “prorogata” nel caso in cui la situazione epidemiologica rimasse critica, distinzione che a novembre non era chiara neanche ad alcuni consiglieri comunali coinvolti nelle contestazioni con alcuni genitori.

Ma oltre alle polemiche amministrative, la Cittadino si sofferma anche sui risvolti pratici: «entro in un grande negozio di abbigliamento e chiedo aiuto alle commesse. Nessuno mi da retta, perché erano tutte intente a farfugliare tra di loro. Mi avvicino ed insisto nella richiesta. Una di loro, con la faccia distrutta mi risponde : “Signora, ci scusi, ma non sappiamo domani a chi lasciare i bambini!” Io rispondo: “Sapete che avete diritto al congedo parentale per Covid?” Mi guardano tutte insieme ed in coro mi rispondono: “La saracinesca la viene ad alzare lei domani mattina?” Ho chiesto scusa per il suggerimento a quel punto stupido e fuori luogo e ho lasciato che continuassero a discutere, nella speranza vana che una soluzione magari l’avrebbero potuta trovare».

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