“La commissione straordinaria dell’Asp sottostima l’utilità delle ambulanze nel corso della campagna vaccinale e dell’emergenza sanitaria in atto”

Si è ancora fermi alla delibera del 30 marzo, e martedì non è arrivato nessun correttivo per come annunciato da alcuni esponenti politici

Se si è ancora fermi alla delibera del 30 marzo, e martedì non è arrivato nessun correttivo per come annunciato da alcuni esponenti politici, sulla rimodulazione del servizio 118 da parte dell’Asp di Catanzaro intervengono anche i deputati 5 Stelle.

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«Soprattutto davanti all’impennata dei contagi, sono ingiustificabili e inammissibili i tagli al Servizio 118 dell’Asp di Catanzaro deliberati di recente dalla commissione straordinaria della stessa azienda, che dimostra di non conoscere a fondo il territorio, le distanze tra i vari Comuni del Catanzarese e le condizioni delle strade di collegamento. Probabilmente, la commissione straordinaria dell’Asp sottostima l’utilità delle ambulanze nel corso della campagna vaccinale e dell’emergenza sanitaria in atto». Lo affermano, in una nota, i deputati M5S Paolo Parentela e Giuseppe d’Ippolito, che annunciano l’invio di una diffida formale – alla commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro e per conoscenza al prefetto del capoluogo calabrese, nonché alla struttura commissariale del governo, al presidente della Regione e ai sindaci dei Comuni interessati – a fare marcia indietro.

«La tutela della salute dei cittadini – sottolineano i due parlamentari della maggioranza di governo – è prioritaria e non può essere compressa con l’ossessione dei numeri e con tentativi affrettati di razionalizzazione delle risorse, non discussi con i sindaci, con i sindacati e con le rappresentanze politiche».

«Questo è un momento straordinario, nel quale occorre contrastare l’avanzata del Covid con la massima coscienza e scrupolosità. Ci sarà tempo, nei prossimi mesi, per riorganizzare i servizi – concludono Parentela e D’Ippolito – ma ascoltando sempre i rappresentanti del territorio. Ora non è possibile cedere a logiche burocratiche, perché occorre salvaguardare la salute dei cittadini, già provati dai mali atavici del Servizio sanitario regionale, di cui non hanno alcuna colpa».

Il passaggio da 14 a 10 postazioni era previsto già da tempo, dovendo seguire le indicazioni del dpgr 94/2012.