“Si lavori per svolgere le elezioni il prima possibile, perché la città possa avere sindaco, giunta e consiglio comunale democraticamente eletti”

Nota congiunta inviata ad alcuni organi da stampa da Franco Lucia, Rosario Piccioni, Eugenio Guarascio e Giuseppe d’Ippolito

Dopo i primi giorni di “silenzio stampa”, riprendono le prese di posizione dopo l’uscita pubblica di Paolo Mascaro a chiedere di ridurre al minimo i tempi per la ripetizione delle mini elezioni amministrative come passaggio puramente formale prima del rientro in carica di tutta l’amministrazione comunale.

«Prendiamo atto della sentenza del Consiglio di Stato, che conferma la decisione del Tar, dello scorso dicembre, di tornare al voto in 4 sezioni del Comune di Lamezia Terme. Come sempre, rispettiamo la magistratura e le sue sentenze» affermano, in una nota congiunta inviata ad alcuni organi da stampa da Franco Lucia (Pd), Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune), Eugenio Guarascio (Nuova Era) e Giuseppe d’Ippolito (M5S), anche se curiosamente proprio il pentastellato fa parte del partito i cui parlamentari hanno pagato il ricorso le cui conseguenze ora si contestano.

«Purtroppo abbiamo dovuto assistere – proseguono – ad una vicenda che ha portato la nostra città ad un nuovo commissariamento, ad uno stallo istituzionale che l’ha messa in una situazione di oggettiva debolezza politica», anche perché la ripetizione del voto entro 2 mesi è diventata, tra pandemia e ricorso al Consiglio di Stato, una fase commissariale con gestione “part time” di via Perugini iniziata a metà dicembre ed attiva ancora circa 6 mesi dopo.

Tra i pro della gestione commissariale gli esponenti di opposizione citano «l’ammissione del Comune al progetto “Abitare” del Ministero delle Infrastrutture, e la richiesta di realizzare un punto vaccinale presso il centro polivalente di Via De Filippis, completato nel 2015 e fermo da oltre 6 anni», esempi che però sono parziali: nel primo caso non si è ancora ottenuto il finanziamento, ed anzi la revoca dell’affidamento della progettazione tecnica è stata più materia di stampa che di approfondimento politico, ed anche il centro nato con fondi vincolanti ad oggi è solo una buona intenzione in un singolo atto comunale senza prese di posizione ufficiali da parte di Comune ed Asp, specie dopo l’immobilismo avuto fino ad ora ed in funzione anche della gestione centralizzata passata ora alla Protezione Civile.

«Dobbiamo però evidenziare tante criticità – proseguono gli esponenti politici – sul fronte del decoro urbano, della cura del verde e della gestione ordinaria, alle quali i commissari non hanno dato adeguate risposte. È evidente che Lamezia ha bisogno di tornare prima possibile alla normalità democratica. Una città senza gli organi legittimati dal voto si trova in condizioni di evidente marginalità, soprattutto alla vigilia di importanti sfide per i Comuni, intanto quella del Recovery Plan».

«Lamezia torni al più presto al voto. Si lavori – concludono Lucia, Piccioni, Guarascio e D’Ippolito – per svolgere le elezioni il prima possibile, perché la città possa avere sindaco, giunta e consiglio comunale democraticamente eletti».

Ci sarebbero anche 2 bilanci non approvati entro i precedenti termini, con le ultime proroghe a posticipare al 31 luglio l’ultima data utile per deliberare il previsionale 2021 ed il consuntivo 2020, ambiti che sono cruciali anche per il problema principale in via Perugini: senza tutta la documentazione in ordine, a Roma la commissione ministeriale non approverà il piano del fabbisogno del personale, e l’assenza di dipendenti e dirigenti è il minimo comune denominatore di molte delle problematiche al centro dei polemiche politiche e social.