Piccioni chiede di avere maggiori dettagli sull’atto aziendale dell’Asp mentre Longo ne boccia i bilanci

Un'azienda in forte criticità economica e di personale, come il piano del fabbisogno certifica al pari dei bilanci.

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Mentre il commissario del piano di rientro, Longo, ieri ha bocciato anche il bilancio 2029 dell’Asp di Catanzaro, anno in cui per altro la terna commissariale che guiderà l’azienda fine a settembre aveva anche dichiarato il dissesto finanziario senza che però la pratica fosse andata avanti, Rosario Piccioni di Lamezia Bene Comune insegue il dibattito social sull’atto aziendale attualmente in fase di valutazione da parte del commissario ad acta Longo.

«Sarebbe doveroso, per una questione di trasparenza verso i cittadini calabresi, avere contezza nei dettagli dell’atto aziendale e non solo di quanto riportato nella comunicazione diffusa dalla commissione straordinaria», chiede Piccioni, sottolineando come «la riattivazione del reparto di malattie infettive e del servizio di microbiologia e virologia all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, il potenziamento del reparto di cardiologia, l’attivazione di servizi specifici anche presso l’ospedale di Soveria Mannelli» siano state «una battaglia che abbiamo condotto nelle modalità più diverse, dalle petizioni popolari che hanno raggiunto migliaia di firme in poche ore all’attività portata avanti con il fondamentale contributo di tutti in sede di commissione comunale sanità e in consiglio comunale fino al sopralluogo con i commissari straordinari dell’ASP che hanno avuto modo di toccare con mano una struttura come quella del reparto di malattie infettive del nosocomio lametino dotata di strumentazione altamente all’avanguardia e che, negli anni precedenti alla chiusura, aveva funzionato benissimo».

In realtà tutte le buone intenzioni devono poi fare i conti con la realtà di un’azienda in forte criticità economica e di personale, come il piano del fabbisogno certifica al pari dei bilanci.

Piccioni però segue un’altra strada, ammettendo che «mancano i tempi di attuazione e l’effettiva operatività dei nuovi servizi annunciati. Dopo anni di tagli e azioni ingiustificabili tutte orientate al depotenziamento, il commissario Longo prenda atto delle potenzialità di una realtà ospedaliera come quella di Lamezia, funzionale a tutto l’hinterland lametino e all’area centrale della Calabria per il personale altamente qualificato che vi opera con abnegazione e professionalità nonostante le gravissime carenze d’organico, per la vicinanza ai principali snodi comunicativi, per la disponibilità di una struttura nuova e polifunzionale».

Sul fronte emergenza Covid si ammette che «non sappiamo cosa avverrà in autunno: di fronte a una possibile circolazione endemica del virus, occorre attrezzarsi ora, non a settembre, per la gestione della nuova fase e per l’eventuale somministrazione di terze dosi ai pazienti più fragili, come si sta già ipotizzando a livello nazionale. Occorre intervenire sulle inaccettabili carenze di personale di diversi reparti e unità ospedaliere, a cominciare dal reparto di neonatologia del nostro ospedale visto che si tratta della tipologia di pazienti più vulnerabili. Riorganizzare e potenziare i servizi sul territorio, ripartendo dalla medicina territoriale e dall’assistenza domiciliare integrata che la pandemia ci ha dimostrato essere una frontiera fondamentale per la cura delle persone in modo da non sovraccaricare le strutture ospedaliere. Occorre riprendere l’idea di un centro regionale post acuzie nel nostro territorio a servizio dell’intera Calabria. In questo territorio vanno garantiti i livelli essenziali di assistenza che allo stato attuale, come del resto la stessa commissione straordinaria dell’Asp ha messo nero su bianco nell’ultimo piano delle performance approvato a dicembre scorso, non possono essere garantiti».

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