Con la ricapitalizzazione della Regione in Sacal arriva nuova liquidità, da risolvere la questione degli stagionali foto

In occasione dell'assemblea dei soci, questa mattina sindacati e lavoratori si sono fatti trovare all'esterno della sede della società per azioni

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Erano due le questioni più impellenti di cui la Sacal era chiamata a stretto giro a dover rispondere: la tenuta finanziaria, dopo la crisi Covid degli ultimi 2 anni, e quella gestionale del personale tra dipendenti e stagionali a cui dover dare informazioni sul proprio lavoro.

Per tale motivo, in occasione dell’assemblea dei soci, questa mattina sindacati e lavoratori si sono fatti trovare all’esterno della sede della società per azioni per dare con la propria presenza “l’impulso” ad avere risposte.

Sul primo punto è stato Sergio Abramo a dare direttamente i primi chiarimenti. Il presidente della Provincia di Catanzaro ha assicurato ai manifestanti che nel corso della riunione si sarebbe tenuta la presa d’atto della decisione della Regione Calabria di effettuare la ricapitalizzazione da 10 milioni per la parte pubblica in Sacal, opzionando anche le quote degli altri soci (Provincia di Catanzaro e Comune di Lamezia Terme) che già avevano manifestato nei propri atti amministrativi l’impossibilità di poter destinare fondi di bilancio per l’acquisto di nuove quote.

La maggioranza societaria rimane così in mano pubblica, ma con la Regione ad avere un peso azionario maggiore, con la parte privata ad immettere nuovi capitali e chiedere una gestione più rigorosa aziendale.

Da qui poi la seconda questione, che sarà di competenza del cda e della società: la gestione del personale. La nuova ricapitalizzazione (la Regione immetterà i 10 milioni promessi in 3 diverse trance da qui a fine anno) darà nuova liquidità per assicurare il pagamento degli stipendi, ma su ritorno dalla cassa integrazione e lavoratori stagionali cruciali saranno le richieste del mercato.

Sul fronte sindacale si attende per la prossima settimana un incontro per ricevere la proposta aziendale in merito alle scelte sul piano occupazionale, confidando che la stagione estiva calabrese segni un tutto esaurito che richieda in primis il ritorno a tempo pieno dei dipendenti assunti a tempo indeterminato attualmente in cassa integrazione, e poi la necessità di dover richiamare anche coloro i quali avevano prestato servizio in aeroporto negli scorsi anni nel periodo di maggiore affluenza estiva. Due step collegati e conseguenziali che però potrebbero richiedere più tempo rispetto al passato, e l’eventuale beffa potrebbe essere di trovarsi con contratti stagionali ancora più brevi senza reali possibilità di stabilizzazione nel medio periodo.

I dati di traffico annuali rimangono ancora con forti perdite rispetto al periodo pre Covid, e la Sacal oltre all’aeroporto di Lamezia Terme ha in gestione anche i meno affollati di Reggio Calabria e Crotone, con lotte politiche e sindacali in alcuni casi anche diverse a seconda dello scalo da dover difendere.

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