La soddisfazione sulla sentenza del Tar e gli interrogativi ripetuti da parte di Ruggero Pegna sui grandi eventi 2020

Il promoter lametino ribadisce l'iter contestato del bando regionale rimarcando le criticità già emerse in fase di graduatoria

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In merito alla sentenza del Tar sul Bando Marchio Grandi Eventi 2020 interviene con una nota Ruggero Pegna, socio-fondatore di Assomusica, di cui è membro dei Probi Viri e rappresentante regionale. Pegna, come ogni anno, ha partecipato al bando con “Fatti di Musica, festival-premio del miglior live d’autore”, giunto alla 35esima edizione, con un cammino tortuoso nell’esito dell’ultimo bando: «la sentenza del Tar di Catanzaro di ieri, che di fatto ha annullato con sospensione dell’efficacia la graduatoria del Bando Grandi Eventi 2020 della Regione Calabria, ufficializzata con Decreto del Segretariato Generale della Regione solo lo scorso fine maggio (con un anno di ritardo), conferma tutte le anomalie denunciate coraggiosamente in questi mesi. Non c’erano dubbi che riconoscere il finanziamento solo a chi avesse realizzato gli eventi entro il 31 dicembre 2020 fosse un’aberrazione logica e giuridica, visto che la prima graduatoria provvisoria è arrivata solo lo scorso 1 aprile 2021. Se su questo punto il Tar ha rimesso in ordine un concetto talmente elementare da lasciare sbalorditi, ora mi auguro che la Procura dia seguito alle denunce da me inoltrate, che lasciano intravedere autentici reati penali. La sentenza del Tar conferma, altresì, quanto pressappochismo, mancanza di semplice ragionamento e di ascolto ci sia stato nei vertici regionali, completamenti indifferenti e silenti ad ogni contestazione mossa direttamente e a mezzo stampa».

Il promoter afferma che «la storia di questo bando è tutta una farsa tragicomica partita con l’annullamento della prima graduatoria pervenuta alla Presidenza in tempo record, cioè a metà agosto 2020, entro i 30 giorni previsti dallo stesso Avviso, come riportato in un verbale della stessa Commissione di Disciplina della Regione Calabria. Indipendentemente dall’elenco dei progetti ammessi, il rispetto della tempistica avrebbe consentito l’espletamento di ogni fase, ricorsi compresi, entro le scadenze naturali. L’annullamento per ragioni incomprensibili e mai spiegate, invece ha prodotto un danno enorme ai principali professionisti del settore, tant’è che si è persa completamente un’annualità, peraltro la più difficile a causa degli ulteriori danni prodotti al settore dal Covid. E’ peraltro inspiegabile come sia stata formata una nuova commissione solo ad inizio 2021 e tutta composta da figure di dipartimenti estranei alla Cultura e allo Spettacolo, cioè esperti in lavori pubblici, dissesti idrogeologici, problemi ambientali e rifiuti».

Pergna ricorda che «il risultato, verso il quale attraverso il mio avvocato Tiziano Lio ho proposto ricusazione della Commissione e rifacimento di tutte le valutazioni, è stato una graduatoria che ha completamente falsato i valori reali e storici dei Festival e dei relativi operatori, peraltro riconosciuti in ogni altra annualità dalla stessa regione. Da quella provvisoria venivano esclusi dei festival riconosciuti “Internazionali Storicizzati di prima fascia” da tutti i precedenti bandi, paradossalmente non comprendendo finanche l’evidente e documentata sussistenza di tutti i requisiti, tanto da doverli riammettere come nel mio caso. Ma non solo, agli occhi di qualsiasi esperto del settore, la graduatoria è risultata immediatamente falsata da punteggi attribuiti senza alcuna cognizione di causa o, forse, con precisa premeditazione. Tant’è che, per fare un semplice esempio, alla stessa voce relativa al voto da attribuire alla “direzione artistica in base al curriculum vitae”, al Comune di Reggio Calabria e alla mia Show Net venivano dati due punteggi completamenti diversi (2,67 e 8), nonostante il direttore artistico fosse lo stesso, cioè il sottoscritto. Come ho dettagliatamente contestato alla Segreteria Generale, punto per punto, l’evidenza di punteggi assegnati in modo errato, falsando la graduatoria, è indiscutibile e dimostrabile scientificamente».

Per tali ragioni si reputa che «quanto accaduto è inaccettabile ed è frutto, innanzitutto, della miopia politica che ha destinato a questo Avviso un importo molto inferiore ad analoghi bandi e inadeguato a sostenere, almeno, i 12 festival di prima fascia già dichiarati storicizzati dalla Regione negli anni, autentica industria dello spettacolo e della Cultura con ricadute positive di ogni tipo. Lo stesso importo, in pratica, destinato senza alcun Avviso Pubblico a 5 minuti di uno spot talmente mal riuscito da doverlo rifare».

In chiusura si ci chiede «perché distruggere la più grande Impresa calabrese, capace di produrre i beni più necessari a questa regione: cultura, occupazione, divertimento, immagine e turismo, offendendo innanzitutto i professionisti che, in oltre trent’anni, hanno costruito la storia dello Spettacolo dal Vivo e dei Grandi Eventi culturali in Calabria?».

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