Per la Filt-Cgil Calabria ancora possibile il passaggio ai privati della maggioranza delle quote in Sacal

Il sindacato teme il rischio di cambio dovuto all'aumento di capitale non sottoscritto da tutti i soci pubblici

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La segreteria regionale Filt-Cgil Calabria ricorda come «il 5 luglio 2021 l’assemblea dei soci della Sacal aveva deliberato di aumentare il capitale sociale di 10 milioni di euro, di stabilire entro il 30 settembre il diritto di opzione sulle azioni non sottoscritte dagli aventi diritto ed, infine, di stabilire il termine del 4 novembre per esercitare il diritto di prelazione sulle azioni inoptate. Alla fine di quell’assemblea, vogliamo ricordare, di fronte ai lavoratori riuniti in sit-in sia il Presidente ff della Giunta che il Sindaco di Catanzaro rassicurarono i lavoratori circa la soluzione del problema relativo all’aumento di capitale che avrebbe evitato qualsiasi rischio di privatizzazione».

Il rischio per il sindacato è che «la maggioranza della Sacal diventi privata anche perché, è bene sottolinearlo, nessuna azione è stata messa in campo da parte della Sacal per attrarre nuovi soci pubblici, come più volte la Filt-Cgil aveva proposto», soci che però entrerebbero in campo al pari degli altri che vorranno comprare le azioni non confermate.

«Questa estate avevamo, inoltre, contestato la Sacal perché aveva esternalizzato parte del PRM (il servizio per le persone a ridotta mobilità) invece di stabilizzare e contrattualizzare i lavoratori del settore. Decisione a nostro avviso non legittima tanto che non abbiamo sottoscritto l’accordo prospettato dalla società e abbiamo denunciato tale procedura agli Organi competenti da cui ancora attendiamo risposta», sottolinea la Cgil, aggiungendo che «se pensiamo ai lavoratori di Alitalia che in questi giorni conosceranno il loro destino dentro la nuova Ita comprenderemo il drammatico combinato disposto fra una azienda costruita con capitale pubblico che dichiara di non volere applicare il Contratto nazionale e una società come la Sacal che depriva i lavoratori dei propri diritti, esternalizza, privatizza e continua a negare il Piano industriale alla Filt-Cgil».

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