Asp e Comune ritardano negli interventi previsti, di Scordovillo si continua a parlare in via Perugini

Incontro della componente leghista con l'amministrazione comunale lametina sollecitando l'interesse delle Regione

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Con l’Asp di Catanzaro che ad agosto prevedeva di costruire un muro ed implementare la videosorveglianza attorno al parcheggio a pagamento, e solo con l’inizio del 2022 il Comune di Lamezia Terme ha provveduto a deliberare come spendere i 500.000 euro ottenuti dal Ministero dell’Interno a settembre su richiesta dell’allora terna commissariale (i quali saranno spesi per pulizia dell’area esterna, videosorveglianza agli ingressi, primi circoscritti interventi sociali per come deliberato dalla giunta Mascaro), del campo rom di Scordovillo si continua a discutere sul piano teorico.

Oggi, nella sede municipale di Lamezia Terme, incontro di approfondimento inerente l’insediamento sollecitato dalla locale componente leghista seconda la quale il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, «ha già assicurato la sua presenza alle prossime riunioni e garantito il massimo impegno, reperendo le risorse che dovessero essere necessarie, così da raggiungere un importante e auspicato obiettivo».

Insieme al deputato Domenico Furgiuele e al consigliere regionale Pietro Raso, a confrontarsi sono stati il sindaco Paolo Mascaro, il vicesindaco Antonello Bevilacqua, l’assessore comunale alle Politiche Sociali Teresa Bambara e Antonietta D’Amico, presidente della commissione Sanità, Politiche Sociali e Ambiente.

«Determinati interventi, per la loro eterogeneità, richiedono, infatti, una collaborazione strutturata che, all’insegna dell’unità di intenti, riesca a produrre delle soluzioni che siano non solo condivise ma programmate con la massima attenzione», sostiene la nota leghista, «in questa fase si sta perciò lavorando a tutti i livelli cosicché si avvii un percorso proficuo, guardando sia alle urgenze indifferibili, quali una bonifica di natura ambientale, sia ai bisogni della città di Lamezia nonché di coloro che vivono in una condizione di precarietà, in primis i minori cui abbiamo il dovere di assicurare quei diritti che all’infanzia non dovrebbero mai essere negati».

Intenti che sono quelli dei 500.000 euro arrivati quando Lamezia Terme non aveva rappresentanti politici, e non sotto la gestione di Matteo Salvini al Viminale nonostante i tweet sdegnati dell’epoca.

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