“Lamezia era scesa in piazza per stringersi attorno alla famiglia e dare forza e coraggio a tutti per una ferita aperta da 30 anni” fotogallery

I sindacati nel ricordo dei coniugi Aversa chiedono un maggiore numero di personale e dotazioni per il commissariato lametino e le varie sezioni di polizia presenti sul territorio.

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La manifestazione “30° Anniversario dell’omicidio dei coniugi Aversa – Per non dimenticare” organizzata dalle Segreterie Provinciali delle Organizzazioni Sindacali Siulp e Fsp Polizia di Stato, con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme, si è tenuta questa mattina presso il teatro comunale Grandinetti con la ricostruzione video estrapolata dal servizio di Rai Storia con focus sulla vicenda giudiziaria dell’omicidio durata quasi 20 anni.

Nelle iniziative dedicate al Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, Salvatore Aversa, e della moglie, Lucia Precenzano, si è così tenuto il convegno sul tema “4 gennaio 1992 – 4 gennaio 2022. 30 anni dopo, memoria di un delitto dovere per una comunità. Dal duplice omicidio Aversa spunti e strumenti per rafforzare l’identità di una città a rischio”.

Assente il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, il Prefetto Lamberto Giannini, sostituito dalla vice Maria Luisa Pellizzari, a rappresentare il Governo il Sottosegretario di Stato all’Interno, con delega alla Sicurezza, Nicola Molteni. All’incontro moderato dal giornalista Simone Puccio, hanno partecipato anche Paolo Mascaro, Sindaco della città di Lamezia Terme; Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria; Antonio Montuoro, Segretario della Commissione regionale anti-’ndrangheta; Maurizio Agricola, Questore di Catanzaro; Maria Teresa Cucinotta, Prefetto di Catanzaro; Gianni Speranza, già Sindaco di Lamezia Terme; Wanda Ferro, Segretario della Commissione Parlamentare Antimafia; Giuseppe Brugnano del FSP Polizia di Stato e Gianfranco Molinaro del SIULP.

Trentennale aversa

Al ricordo istituzionale dei vari esponenti intervenuti, il primo cittadino lametino associa quello personale «del sorriso della docente Precenzano che trasmetteva ai figli, della serietà dell’uomo di giustizia Aversa trasmesso anche ai figli, della Lamezia che era scesa in piazza per stringersi attorno alla famiglia e dare forza e coraggio a tutti per una ferita che rimane aperta da 30 anni. Gli sforzi delle forze dell’ordine hanno fatto sì che Lamezia oggi non veda più campi di battaglia e sangue per le strade, ma è un messaggio che va trasmesso anche ai ragazzi che quel 4 gennaio 1992 non c’erano, ed è nostra responsabilità con i comportamenti quotidiani infondere la cultura della legalità».

Presente in platea anche una rappresentanza di alunni e personale scolastico dell’Istituto comprensivo Ardito – Don Bosco di Lamezia Terme, scuola dove insegnava la signora Lucia Precenzano Aversa, e rappresentanze degli istituti superiori lametini.

Di «sacrificio come parte di una memoria collettiva» parla il presidente Occhiuto, «ma la ndragheta non può essere un alibi per non cercare di contrastarla nel modo migliore, che è quello di offrire lavoro sicuro e legale».

Secondo il questore «la lotta alla criminalità organizzata passa tanto dall’impegno delle forze dell’ordine che da quello dei cittadini, per questo è importante la presenza delle scuole e nelle scuole del messaggio e ricordo dei coniugi Aversa» collegando «la loro memoria ad un importante impegno sociale».

Il prefetto ricorda le proprie origine palermitane e non cela «di essere emozionata, perché i parallelismi tra le due realtà e gli interventi segnano un impegno costante e duraturo contro la criminalità organizzata. Gli omicidi contro uomini dello Stato, in Sicilia come qui a Lamezia Terme, hanno provocato la reazione indignata da parte della cittadinanza» sostenendo che «dobbiamo attraverso la memoria rafforzare quel messaggio contro ogni forma di delinquenza e prevaricazione, perché la ndrangheta è diventata un’organizzazione internazionale e non dobbiamo mai abbassare la guardia».

Elogi per le forze dell’ordine ed il loro impegno che arrivano a qualche mese di distanza da parte delle denunce dei sindacati, ripetute anche oggi nel Teatro Grandinetti, e portate in Parlamento anche da alcuni rappresentanti calabresi, che chiedono un maggiore numero di personale e dotazioni per il commissariato lametino e le varie sezioni di polizia presenti sul territorio. Agli interlocutori istituzionali il compito di dare risposte oltre alle rassicurazioni sugli organici.

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