Spengo le luci, accendo i miei diritti: domani la manifestazione di Confesercenti anche a Lamezia

Alle 19 è stato chiesto di spegnere le luci delle attività per 10 minuti per ribadire di essere vigili e attenti alle imminenti manovre del governo nazionale

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“Ci siamo quasi, tocca ora alla provincia di Catanzaro dopo l’ottimo lavoro da parte dei colleghi di Confesercenti di Reggio Calabria, si è fatto tanto rumore oltre ad aver lavorato anche a proposte concrete arrivate agli organi competenti e istituzioni”. Domani, con un’azione coordinata da Confesercenti Catanzaro con in testa il presidente Vitaliano Mongiardo e membri della giunta, sia su Catanzaro corso Mazzini altezza Imperiale, Lamezia Terme Corso principale e Soverato- isola pedonale – alle 19 è stato chiesto di spegnere le luci delle attività per 10 minuti per ribadire di essere vigili e attenti alle imminenti manovre che il governo nazionale sta mettendo appunto per intervenire sul caro bollette, specificando che “non dev’essere un intervento “spot” ma prendere seriamente la situazione grave creata e inondare le aziende di aiuti su tutti i fronti. Da una crisi sanitaria abbiamo visto che se ne può uscire ma da una crisi finanziaria/economica dopo gli ultimi 2 anni di sfinimento crediamo che ci vorranno almeno 10 anni per ripulire le macerie che si creeranno”.

“Il momento che stanno vivendo le piccole e piccolissime imprese, soprattutto quelle che operano in territori da sempre svantaggiati, è drammatico. Senza un intervento deciso dell’Esecutivo che non si limiti a misure “spot” ma che tenga in considerazione un impianto strategico definito e di ampio respiro, moltissime aziende rischiano di chiudere nei prossimi mesi per l’impossibilità di sostenere i costi di gestione delle proprie attività a fronte di una contrazione dei consumi che nel 2020 ha generato mancati introiti per oltre 120 miliardi ai quali si devono aggiungere quelli del 2021 che ottimisticamente si possono valutare in almeno altri  40/50 miliardi e quelli dei primi mesi del 2022” si legge nella nota di Mongiardo.

“Aziende sane, che sono sempre state sul mercato in maniera competitiva, producendo utili, e che ora potrebbero  non riuscire a superare questo tsunami economico che le ha colpite e le ha portate sull’orlo del baratro senza che gli si possa imputare alcuna colpa. Il combinato disposto della contrazione dei consumi, l’aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime, la ripartenza della macchina tributaria, l’eliminazione della gran parte delle misure di sostegno, l’aggravamento della situazione pandemica e l’ulteriore giro di vite sulle norme per il contenimento della  pandemia, hanno creato una sorta di tempesta perfetta dalla quale, a nostro parere, si può uscire solo con il sostegno strutturale dello Stato.

 L’alternativa è la desertificazione economica e commerciale di intere comunità con tutte le negative ricadute occupazionali e sociali facilmente immaginabili, soprattutto in territori come il nostro dove, alle difficoltà finanziarie si aggiungono anche quelle ambientali che, da sempre, si sviluppano nutrendosi di difficoltà e bisogno. Ecco perché a questa protesta simbolica abbiamo voluto collegare una parte propositiva, la più importante, nella quale le consegniamo una serie di proposte chiare, scaturite dal confronto con gli imprenditori, durante il quale abbiamo ascoltato le loro esigenze cercando soluzioni pratiche e concrete agli enormi problemi che stanno affrontando. Una protesta e una proposta per rappresentare  i diritti di chi ogni mattina, rischiando del proprio, contribuisce, per quanto possibile alle nostre latitudini, a creare ricchezza e occupazione” prosegue la nota.

Proposte per il sostegno delle imprese colpite dalla crisi economica generata dall’emergenza pandemica

 Rottamazione tributaria:

–          Riportare, a tutte le imprese che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato, gli importi erariali dovuti sino al 2021 al solo tributo eliminando sanzioni e interessi e dilazionando il pagamento, prevedendo degli scaglioni in funzione all’importo del debito, fino a un massimo di 180 mesi;

–          Creare un sistema di premialità che preveda una riduzione percentuale degli importi dovuti se il contribuente sceglie di pagare in tempi più brevi rispetto a quanto previsto;

–          Eliminare, o ridurre di almeno il 50%, i tributi locali del 2020 e del 2021 a tutte le imprese che negli stessi anni hanno subito perdite di fatturato o di reddito ristorando gli Enti Locali delle mancate o minori entrate.

 Sostegno all’occupazione

–          Sostenere le aziende che non licenziano, che operano in regioni svantaggiate e che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato, con l’esenzione dei contributi da versare ai propri dipendenti per due anni;

–          Sostenere le aziende che creano nuova occupazione, che operano in regioni svantaggiate e che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato, con l’esenzione dei contributi per i nuovi assunti, di qualsiasi sesso ed età, della durata di tre anni e la riduzione del 50% per i successivi due;

–          Prorogare la cig legandola alla durata dello stato di emergenza.

 Sostegno alle imprese

–          Agevolare l’accesso al credito rafforzando le misure di garanzia che consentano alle aziende di acquisire liquidità con procedure veloci e semplificate;

–          Sospendere per il 2022 la verifica della regolarità contributiva e tributaria per ricevere sostegni dagli Enti Intermedi (regioni, comuni, ect) e per la partecipazione a bandi di gara pubblici;

–          Prorogare a tutto il 2022 la moratoria su mutui e prestiti;

–          Prorogare a tutto il 2022 la sospensione dei protesti;

–          Prevedere misure di sostegno sugli affitti tramite lo strumento del credito d’imposta per le imprese che operano in regioni svantaggiate e che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato;

–          Intervenire per calmierare il mercato dell’energia con azioni maggiormente incisive: azzerare le spese per gli oneri di sistema e le accise, ridurre al 10% l’iva per le aziende e ridurre le spese di trasporto e gestione del contatore intervenendo sulla quota energia, legando la durata di tali misure alla normalizzazione dei costi del mercato energetico.

 

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