“Ho avuto l’onore di incontrare ed apprezzare una città viva, che ha ricchezze evangeliche, spirituali e materiali”

Nominato a maggio del 2019, Schillaci nel suo commiato precisa di non aver chiesto lui il trasferimento, ricordando anche i propri problemi di salute

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Neanche il vescovo è più un ruolo stabile a Lamezia Terme, e così questa mattina in Cattedrale è arrivato l’annuncio che Giuseppe Schillaci lascerà la diocesi della città della piana per assumere pari ruolo a Nicosia, tornando così nella natia Sicilia per sostituire il vescovo Salvatore Muratore, che ha compiuto 75 anni a dicembre e, a norma del diritto canonico, ha presentato la rinuncia al governo pastorale della propria diocesi per raggiunti limiti di età.

Nominato a maggio del 2019, Schillaci nel suo commiato precisa di non aver chiesto lui il trasferimento, ricordando anche i propri problemi di salute superati anche grazie al calore e la vicinanza di tutta la diocesi.

«In questo momento la prima cosa che mi va di dire è chiedere scusa, per tutto quello che non ho saputo e potuto dare e fare» son le parole di Schillaci, «e perdono per i momenti di distanza fisica, morale e spirituale, ma vogliono esprimere anche la mia gratitudine a tutti i lametini e lametine. Ho avuto l’onore di incontrare ed apprezzare una città viva, che ha ricchezze evangeliche, spirituali e materiali che ho toccato con mano. Nessuno si deve sentire inutile, non siamo soltanto bisogni umani ma ciascuno di noi è pienezza ed originalità, una dimensione imprescindibile per una nuova ripartenza».

Si attende ora la nomina del sostituto da parte di Papa Francesco, mentre Schillaci rievoca la figura del buon samaritano «per promuoverne la cultura» e ringrazia le varie persone che si sono succedute al suo fianco ed in suo aiuto dentro e fuori la diocesi, dal campo dell’organizzazione e della comunicazione, lodando lo spirito dei calabresi «che mettono davanti il bene delle persone» ed invitando a pensare ai poveri «che non sono solo una categoria sociale e verso i quali si è rivolta l’attenzione del lavoro di Caritas e parroci».

Sui giovani e studenti, dirigenti ed insegnanti, sottolinea l’importanza degli incontri avuti, rimarcando il dialogo «che ha portato un lavoro comune tra laici e religiosi» citando anche i vescovi Rimedio e Cantafora che l’hanno preceduto alla guida della diocesi.

«I vescovi passano, ma la fede resta: voi siete la Chiesa di Lamezia Terme» è il monito di Giuseppe Schillaci nell’esortare: «camminate insieme, con tutte le difficoltà e le fragilità, ma andate avanti uniti sotto la guida del nuovo vescovo che arriverà. Preghiamo affinché sia un pastore capace di guidare la nostra Chiesa, il Signore non abbandona il suo popolo che crede e spera. Chiediamo l’intercessione dei santi patroni Pietro e Paolo».

Nel finale non senza commozione la voce di Schillaci si rompe nel chiedere di «pregare per me, vi porto tutti nel mio cuore. Il Signore ci chiama a grandi cose», concludendo con le parole di San Paolo VI che parla del buon cuore dei vescovi «anche se il mio non è stato un granchè. Finché non arriverà il nuovo vescovo io rimarrò qua, non scappo».

Nell’intervento del vicario generale Giuseppe Angotti i ringraziamenti di ritorno, reputando che «non c’è stato un giorno dal suo arrivo che non abbiamo sentito la sua vicinanza» e che «le nostre strade Eccellenza rimarranno legate per sempre, anche a distanza. Buon cammino sulla strada».

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