Il centrosinistra lametino chiede di revocare il progetto privato sull’ex cantina sociale venduta nel 2020

Permesso a costruire presentato ad aprile 2020 in base ad una normativa regionale che però sarebbe cambiata a giugno dello stesso anno, con idee diverse tra dirigente Molinaro ed i politici sull'interpretazione delle norme

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Il centrosinistra lametino chiede all’amministrazione comunale di revocare il permesso di costruire del 17 dicembre 2021 emanato per la demolizione e ricostruzione dell’ex cantina sociale, sostenendo in una conferenza stampa che tale pratica non sia conseguenziale alle normative regionali, anche se i dirigenti di via Perugini hanno già chiarito per iscritto la propria versione dei fatti.

Si tratta di un tema per altro salito agli onori del dibattito politico solo ora: nessuna contestazione quando il bene non fu più compreso nel progetto Sara per il taglio dei fondi (passati a 30 milioni nel 2014), né nessuno lamentò nulla nel 2019 quando durante la gestione commissariale guidata da Alecci furono non più previsti fondi per riconvertire il bene che venne poi messo in vendita prima delle elezioni che hanno visto tornare Paolo Mascaro sindaco (vendita poi efficace nel 2020).

Il segretario cittadino del Pd, Gennarino Masi, nel riepilogare i vari passaggi della pratica di edilizia commerciale, con la documentazione ottenuta con accesso agli atti dai consiglieri Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune) ed Aquila Villella (Partito Democratico), contesta alcuni passaggi tecnici e temporali, per un permesso a costruire presentato ad aprile 2020 in base ad una normativa regionale che però sarebbe cambiata a giugno dello stesso anno, ambito che emergeva anche in una comunicazione interna a via Perugini datata il 12 marzo 2021 con chiarimenti chiesti alla Regione il 5 agosto 2021, con gli uffici ad ottobre 2021 a portare avanti la linea della norma transitoria.

Rosario Piccioni precisa che «non siamo contro lo sviluppo della città, ma per farlo in modo regolare» lamentando le interpretazioni del dirigente Molinaro poiché si reputa che non sarebbero state rispettate le normative relative alla destinazione d’uso (iniziale quella di opificio, proposta quella commerciale ed artigianale) e la destinazione di aree per parcheggi, ma sottolineando che al momento l’istanza pone solo un quesito tecnico – politico non vincolante.

Secondo il parlamentare 5 Stelle Giuseppe D’Ippolito l’attenzione su vicende come queste sarà oggetto anche di attenzione parlamentare, spostandosi da una pratica interna agli uffici in cui gli organi di indirizzo politico non hanno potere di influenza, a fondi europei del Pnrr e la discussione del Psc. Il Psc attualmente in discussione tramite le osservazioni in commissione per il deputato sarebbe superato perché nato troppo tempo fa «mentre invece dovrebbe guardare alla transazione ecologica e le nuove sfide cittadine», ma in questa fase amministrativa o si conclude l’iter in atto (le indicazioni sono quelle di arrivare in autunno in aula con le osservazioni, entro fine anno chiudere la pratica) o si annulla tutto.

Si concentra sulla lettura politica anche il consigliere regionale Amalia Bruni, secondo la quale non servono nuove attività di tipo commerciale ma servirebbero invece professionalità per sviluppare altri temi come la ricerca o i fondi del Pnrr, citando poi i fondi per le smart city cui però Lamezia Terme ha partecipato (proposta progettuale presentata a febbraio di cui però la Bruni non fa menzione).

La Bruni richiama la necessità di dover rimettere al centro sulla stampa le rivendicazioni del centrosinistra, ma al tavolo per esempio non siede Eugenio Guarascio che era stato il candidato a sindaco del centrosinistra così come non sono presenti gli altri consiglieri comunali dell’area.

Dopo l’ex zuccherificio, il borgo antico, ora anche per l’ex cantina sociale il rischio è di trovarsi con investimenti privati osteggiati, e gli esempi passati in qualche caso sono andati avanti per vie giudiziarie e hanno visto come unico risultato il mantenimento della situazione originaria (immobili pericolanti, terreni non edificati, etc).  “Evergreen” che sembra non passino mai di moda come il non citare gli atti amministrativi in atto in via Perugini (Agenda Urbana, Pinqua, Cis, fondi del Pnnr, piano opere pubbliche, Dup sulla carta sono le linee programmatiche esistenti di cui si chiede conto).

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