“Per il centrosinistra non è il momento dei veti, ma della responsabilità e della ricerca dell’unità”

Il movimento Lamezia Bene Comune fornisce la propria analisi sulla prossima campagna elettorale nazionale

Più informazioni su

Nei giorni scorsi si è tenuta in presenza l’assemblea del movimento “Lamezia Bene Comune” che, oltre ad affrontare le principali questioni dell’agenda politica e amministrativa locale, ha avviato una discussione sulla situazione politica nazionale alla luce delle ultime vicende.

«Pur ribadendo la vocazione per sua natura “plurale” del nostro movimento, al cui interno convivono sensibilità diverse che si riconoscono nell’area progressista di centrosinistra, si è evidenziato da parte di tutti la fase estremamente delicata di un Paese che, tra meno di due mesi, si troverà a dover eleggere il nuovo Parlamento in una situazione di estrema fragilità sotto tutti i punti di vista», si sostiene, «dal conflitto in Ucraina e alle sue ripercussioni nella vita di tutti i cittadini, a cominciare dal carovita che da mesi si sta abbattendo su famiglie e imprese, a un sistema sanitario ancora sotto la morsa del Covid, all’opportunità storica rappresentata dalle risorse del PNRR che l’attuale situazione di instabilità politica mette a serio rischio».

La nota prosegue reputando che «dobbiamo essere consapevoli che il prossimo 25 settembre non è la scelta tra due proposte di governo del Paese, ma tra una prospettiva di responsabilità che guarda al futuro e una prospettiva di irresponsabilità che rischia di far fare drammatici passi indietro al nostro Paese. Tra meno di due mesi rischiamo non solo di consegnare l’Italia a una destra a trazione sovranista lontano anni luce dai valori del partito popolare europeo, ma di farlo, per i meccanismi assurdi della legge elettorale, assegnando una maggioranza di seggi tale da consentire alla coalizione guidata da Meloni, Salvini e Berlusconi di stravolgere la Costituzione senza passare dal voto dei cittadini attraverso lo strumento del referendum».

Si mette così in guardia che «è un momento di responsabilità che deve riguardarci tutti, a cominciare dal principale partito del centrosinistra, il Partito Democratico, che non è, come del resto non lo è nessuno, nelle condizioni di mettere veti o di escludere. Non lo consente la legge elettorale, che prevede che un terzo dei parlamentari venga eletto con il sistema maggioritario all’interno dei collegi uninominali, rendendo quindi impossibile a un centrosinistra spaccato e frastagliato di poter minimamente competere con il centrodestra unito. Ma soprattutto basta confrontarsi con il popolo del centrosinistra, con il mondo della società civile, con tanti cittadini che in questi anni hanno guardato con fiducia a quel “campo largo” di cui lo stesso Enrico Letta si era fatto promotore. Tutti chiedono una sola cosa: unità e responsabilità per il bene del Paese».

Si chiede quindi «no alla logica dei veti e delle esclusioni, sì a riaprire una discussione con tutto il mondo progressista, a cominciare dal movimento Cinque Stelle insieme al quale il Partito Democratico ha condiviso la guida del governo del Paese, per battere la destra a trazione sovranista e soprattutto per dare al Paese risposte di responsabilità sui temi dei diritti, dell’ambiente, dell’innovazione. Nel nostro piccolo, anche a Lamezia abbiamo avviato nei mesi scorsi un lavoro di sinergia insieme al Pd, ai Cinque Stelle e alle altre forze del centrosinistra consapevoli che solo uniti si può costruire un’alternativa politica e di governo credibile».

Si ammette che «come movimento locale, pur consapevoli della nostra limitata possibilità di incidere concretamente nelle scelte nazionali, vogliamo dare il nostro contributo alla discussione perché il Pd e tutto il centrosinistra non perdano l’occasione di “giocarsi la partita”».

Più informazioni su