Il Circolo Acli don Saverio Gatti e Parco Agricolo intervengono sui Distretti del Cibo

Si lamenta disinteresse da parte dell'amministrazione comunale, ma il distretto del cibo del lametino è stato riconosciuto a febbraio ed altri progetti sono nell'area industriale

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Il Circolo Acli don Saverio Gatti e Parco Agricolo intervengono sui Distretti del Cibo, definiti «strumenti strategici di sviluppo locale, riconosciuti a livello nazionale e regionale. Ma su questo territorio fortemente vocato all’agricoltura e alle imprese enogastronomiche, il Distretto del Cibo Agroalimentare di Qualità del Lametino, nonostante l’approvazione da parte della Regione di una “mappatura delle aree disponibili e il formale riconoscimento dei Distretti del Cibo della Calabria, la nascita di una rete regionale dei Distretti”, non prende piede».

Si reputa che «la politica lametina ed in particolare l’Amministrazione comunale, lo lasciano nel dimenticatoio come se fosse una cosa da niente» lamentano Antonello Di Cello e Piero Renda, rispettivamente Presidente del Circolo Acli don Saverio Gatti e del Parco Agricolo Calabria-Rete di imprese: «secondo la scelta fatta dalla Regione le politiche per i Distretti del Cibo si pongono obiettivi rilevanti: promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale, attraverso le attività agricole e agroalimentari; contribuire al mantenimento ed alla crescita dell’occupazione, sostenendo la proiezione sui mercati nazionali ed internazionali dei sistemi locali di riferimento e delle imprese, favorendone la concentrazione dell’offerta in logica di filiera e di multi filiera».

Si chiede «una mobilitazione civica cittadina e comprensoriale per dire che le cose non vanno bene, né ci si può rassegnare alla politica delle attese. Il territorio e le numerose realtà produttive chiedono risposte adeguate e una politica che crei futuro, che si prenda cura della Comunità, del proprio patrimonio culturale e ambientale, a partire dalle risorse enogastronomiche e dell’enoturismo. Fondamentale è passare dalla fase della promozione, pur importante, a quella che vada più in direzione della creazione di nuove imprese, nuove opportunità nella commercializzazione. Pensare dunque ad un accordo tra Comune e Distretto del Cibo di Qualità basato su un Patto di sviluppo nell’agroalimentare».

Tra i 23 distretti del cibo riconosciuti anche quelli del Lametino e del Reventino

Se non fosse che il distretto del cibo del lametino è stato riconosciuto a febbraio, nell’area industriale esiste il perimetro di un cantiere (al momento però fermo) per il primo lotto dell’AgriExpo, ed altre iniziative sono state annunciate con la collaborazione di Lameziaeuropa.

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