Le associazioni venatorie calabresi contrarie ai divieti di caccia nei pressi dei laghi La Vota

Federcaccia Calabria, Libera Caccia, Anuu, Arcicaccia, Enalcaccia, EpS, Italcaccia commentano il nuovo calendario venatorio regionale, trovando più di un aspetto non condiviso.

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Le Associazioni Venatorie riconosciute regionali (Federcaccia Calabria, Libera Caccia, Anuu, Arcicaccia, Enalcaccia, EpS, Italcaccia) commentano il nuovo calendario venatorio regionale, trovando più di un aspetto non condiviso.

Approvato dalla Giunta regionale il calendario venatorio per l’annualità 2022 – 2023

«Per la specie cinghiale nell’auspicio che il nuovo parlamento esca dall’ignavia e decida finalmente la modifica della 157 con una adeguata estensione temporale oltre gli attuali 3 mesi, il prelievo caccia in braccata potrà essere svolto dal 1° ottobre al 31 dicembre», spiegano le associazioni, lamentando «il mancato inserimento della tortora in preapertura a causa del mancato completamento della lettura ottica dei tesserini dell’ultimo quinquennio, così come previsto dal piano nazionale di gestione. Per questo motivo si reitera quanto già espressamente richiesto in consulta, richiamando all’impegno di Assessore e Direttore Generale ad ottenere i dati prima della fine del mese e a recuperare con l’inserimento in calendario della tortora con una delibera integrativa».

Disappunto anche in riferimento «alla Vinca, con effetto sulle Aree della Rete Natura 2000, che è ancora una volta penalizzante, addirittura con ulteriori 4 aree ZSC inibite alla caccia, 2 nella provincia di Cosenza (Fiume Lese e Fiumara Trionto) e 2 nella provincia di Crotone (Monte Fuscaldo e Murge di Strongoli). Ricordiamo che già dall’anno scorso la commissione del Dipartimento Ambiente con un approccio ingiustificato aveva già inibito ben 15 ZSC sul territorio regionale: 5 in provincia di Cosenza, 2 in provincia di Crotone, 1 in provincia di Vibo, 5 in provincia di Reggio Calabria. Ricordiamo ulteriormente che in provincia di Catanzaro restano inibiti i Laghi La Vota, che si trovano in stato di inquinamento per mancanza di ricambio idrico e sottoposta negli ultimi tempi addirittura a sequestro preventivo per le gravi inadempienze dei soggetti gestori», se non fosse che l’area da anni dovrebbe essere un’oasi naturalistica con tanto di finanziamenti ottenuti.

Secondo i cacciatori «il divieto assoluto di caccia in aree ZSC non trova giustificazione, considerando che tali zone sono designate ai sensi della direttiva Habitat, che non riguarda gli uccelli, e non sono riportate nelle motivazioni quali influenze negative avrebbe l’attività venatoria sugli habitat o sulle specie animali diverse dagli uccelli. Anche l’analisi dell’elenco delle ZSC inibite non riporta elementi tecnici che supportino il divieto di caccia, mentre troviamo singolare la prescrizione di divieto di caccia alla tortora nelle aree Rete Natura 2000, considerando che rispetto all’anno scorso, è vigente il Piano Internazionale di Gestione con la sola prescrizione della riduzione del prelievo e nessuna menzione di limitazioni da imporre nei siti Natura 2000».

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