“Necessario avere un quadro conoscitivo della direzione e dimensione della “faglia di Lamezia”

Il geologo Pietro Gallo esprime proprie valutazioni e timori in merito allo sviluppo urbanistico cittadino.

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Mentre è in discussione in quinta commissione l’ultimo pacchetto di osservazioni al Psc, ultimi step prima dell’approvazione definitiva da parte del consiglio comunale e l’invio alla Regione per il via libera ultimo, il geologo Pietro Gallo esprime proprie valutazioni e timori in merito allo sviluppo urbanistico cittadino.

«In virtù delle potenzialità che tale territorio offre, è fondamentale programmare e attuare gli interventi necessari per lo sviluppo del territorio comunale» sostiene Gallo, «bene ai grandi progetti per gli interventi innovativi verso la città green, smart city, le tecnologie digitali per l’innovazione tecnologica, progetto waterfront e porto turistico, progetto per collegamenti ultraveloci “Fiber To The Home” per portare la fibra ottica fino alle abitazioni – tutti riguardanti la parte centrale e litorale del territorio lametino – ma c’è bisogno anche di intervenire nelle zone periferiche, collinari e montane con progetti di realizzazione/potenziamento di infrastrutture primarie e di garantire servizi essenziali per i cittadini residenti. In particolare, nelle zone prossime ai centri abitati principali e nelle Contrade della Città si evidenzia la carenza di servizi che sono fondamentali per lo svolgimento della vita quotidiana dei cittadini residenti e non».

Secondo il geologo «gli interventi necessari allo svolgimento di tutte le azioni quotidiane, da attuare con urgenza nelle zone di quartiere a tutt’oggi abbandonate, sono: manutenzione del manto stradale, pulizia delle strade ormai invase da erbacce e cumuli di rifiuti di varia natura, raccolta immediata dei rifiuti soprattutto per la problematica legata alla presenza di cinghiali (evidentemente attirati anche dai cumuli ammassati sul manto stradale), completamento di alcuni importanti tratti di illuminazione pubblica, soluzione di problemi idrici mediante ripristino/manutenzione adeguata della condotta pubblica, messa in sicurezza di alcuni tratti stradali in cedimento posti su versanti in movimento, ripristino cartellonistica per indicazioni stradali, mancanza e sostituzione delle barriere di protezione (guardrail) lungo le strade pericolose con alta acclività», chiamando così in causa anche altri enti oltre il Comune.

Altri settori da attenzionare sono «il settore agricolo, ambientale, turistico, centri storici, biodiversità presente nei vari habitat sul territorio, ma anche archeologico, fascia costiera, industriale e sportivo, non di meno la residenzialità sostenibile, ma bisogna individuare anche soluzioni energetiche a basso impatto ambientale che prevedano l’utilizzo di energie rinnovabili come l’idroelettrico, le acque calde delle terme (geotermia a bassa entalpia), il solare, il mini-eolico e la biomassa», non celando come serva «con tutte le problematiche amministrative del Comune (commissariamento e mancanza di personale), mettersi al passo con il livello medio di sviluppo di altri comuni per essere pronti per l’avvio di una nuova fase ed, in particolare, che le risorse provenienti dalla Comunità europea, dal Governo e dalla Regione, interessando varie voci tra le più importanti il PNRR relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su tutto il territorio italiano, vengano recepite ed investite su tutto il territorio per il rilancio dell’economia e dello sviluppo della Città».

Si passa poi al piano strutturale, indicando come prossimi step da seguire dopo il completamento della fase comunale «acquisire il parere di competenza della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) rilasciato dal Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, parere propedeutico all’approvazione dello stesso. Sarebbe opportuno per il bene della Città adoperarsi e mettere in campo celermente tutte le azioni necessarie per l’ottenimento del parere di VAS (Valutazione Ambientale Strategica art. 13 del D. Lgs. 152/2006); acquisire il parere di competenza sulla compatibilità geomorfologica prevista dall’art. 13 della L. n. 64/74 e che, una volta ottenuta l’autorizzazione, se ne deve verificare rispetto agli strumenti di pianificazione sovraordinati vigenti. Stante il notevole lasso di tempo trascorso, si auspica di procedere celermente all’adozione formale del PSC con gli adeguamenti prescritti dagli Enti Sovraordinati con relative osservazioni per come contemplato dall’art. 27 della LUR (Legge Urbanistica Regionale) n. 19 del 2002 e s.m.i»,

A parte le osservazioni ora in discussione in quinta commissione, poco o nulla potrà essere però mutato in merito al Psc, ma secondo il geologo servirebbe «la realizzazione di un piano strategico/strutturale orientato verso la sostenibilità urbanistico-ambientale: predisporre la ricognizione riguardo gli eventuali siti sottoposti ad usi civici; acquisire il parere di competenza della Microzonazione Sismica almeno di I livello. La MS (microzonazione sismica) di I livello approvata con fondi derivanti da OPCM n. 3907 del 30/07/2010, da verificare se è stata realizzata la CLE (Condizione Limite per L’Emergenza) non prevista nella suddetta Ordinanza ma prevista dalle OPCM successive che rappresenta una verifica del Piano di Protezione Civile Comunale, strumenti tutti propedeutici e necessari all’approvazione del PSC».

Nel campo tecnico si reputa «necessario avere un quadro conoscitivo della direzione e dimensione della “faglia di Lamezia”, con indagini geognostiche sito specifiche per rilevare la presenza e la dimensione della faglia sismogenetica potenzialmente attiva proposta da ITHACA», citando strudi condotti con i ricercatori del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST) dell’Unical e l’Istituto Ambiente Marino Costiero di Napoli di Napoli (CNR-IAMC), rispettivamente nel 2016 e nel 2021, «per investigare su una specifica problematica del territorio comunale della Città di Lamezia Terme, per la presenza di una fascia di circa 600 metri con vincolo di completa inedificabilità dovuto alla presenza della “Faglia di Lamezia”, una faglia sismogenetica (potenzialmente attiva negli ultimi 40.000 anni e capace di originare terremoti e deformazioni in superficie). Il rilievo sismico integrato con rilievi geologici potrebbe consentire di ricostruire l’attività recente della faglia, l’entità dei rigetti e di schematizzare la geometria delle aree di rottura e di deformazione del suolo. Questi studi effettuati nei pressi di Caronte hanno consentito di avere informazioni sulla faglia, risultando anche utile per il Comune di Lamezia Terme nel caso in cui si dovesse realizzare il livello III degli studi di MS (Microzonazione Sismica) sul territorio comunale. Successivamente a questo studio non si hanno più notizie sul prosieguo, pur sapendo che per delineare la presenza e la dimensione effettiva della faglia servono almeno nel territorio tre punti studio, quindi ne mancano altri due».

Critiche varie poi sulla condizione della vasca termale a Caronte, sulla manutenzione dei fiumi e torrenti, sul mancato arrivo di finanziamenti per adeguare il “Gianni Renda” all’omologazione per attività di atletica (il progetto sui fondi del Pnrr non è stato approvato), alla manutenzione stradale e del verde di competenza provinciale.

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