Elezioni amministrative certe nel 2025, la politica dentro e fuori il consiglio guarda alle proprie beghe

Lotte interne al partito democratico che non aiutano a compattare il centrosinistra, il centrodestra diviso tra maggioranza ed opposizione, completamento della giunta in sospeso

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Calendario alla mano, una prima certezza è che essendo trascorso il termine di febbraio le elezioni amministrative per il Comune di Lamezia Terme si terranno ufficialmente nella primavera del 2025, ma il dato certifica un’indicazione già quasi ufficiale vista la situazione di impreparazione ad una campagna elettorale veloce su entrambi gli schieramenti. L’essere arrivati a marzo ora però potrebbe giustificare qualche altro assestamento politico, in virtù dei “non vogliamo commissariare la città per un anno” che saranno narrati come senso di responsabilità ma che potrebbero servire a dare maggiore stabilità alla maggioranza in consiglio comunale.

AFFEZZIONATI ALLA GIUNTA?

Un contesto non secondario alla luce del completamento della giunta da effettuare, con uno “stallo alla messicana” tra sindaco, maggioranza politica e quella civica con ognuna delle parti ad aspettare il movimento dell’altra. I numeri risicati son quelli visti già nel secondo semestre 2023, avere ora esposte anche le bandiere dei partiti politici impone però che gli accordi lametini debbano essere avallati dai superiori in grado provenienti da altri territori. La campagna elettorale verso le elezioni europee di giugno, con un centrodestra che si dichiara unito ma poi si lancia segnali diversi a mezzo stampa a livello nazionale e regionale, potrebbe portare ad un altro trimestre di attesa per capire come muoversi. Lo stesso sindaco Mascaro ha pubblicamente ammesso che i tempi per completare la giunta, ad oggi orfana di due assessori, potrebbero non essere brevi, il che non esclude neanche che in ultimo si arrivi ad un azzeramento e nuova composizione in toto per rispettare quote di genere e politiche.

Nel frattempo, dopo le dimissioni da presidente della quinta commissione, Enrico Costantino si è trovato anche in dissenso con il voto della maggioranza nella commissione che stava approvando la parte del piano triennale per la trasparenza ed anticorruzione, aspetto rimarcato dall’opposizione che spera in un’altra crepa nel fronte politico opposto su cui poter fare gioco comunicativo, scoprendo magari poi in ritardo tramite comunicati stampa atti amministrativi precedenti e non segnalati alla propria attenzione quando erano di attualità.

VOTAZIONI IN FILA SE CI SARANNO I NUMERI GIUSTI

In attesa che il consiglio comunale torni a riunirsi, con probabile liturgia della seconda convocazione per avere la certezza del numero legale senza sorprese (nessun elettore esprime la preferenza per mandare in maggioranza o in opposizione un consigliere, ma la tradizione politica impone di interpretare dei ruoli rigidi di fronte all’opinione pubblica), in commissione si continua a discutere dei pezzi di bilancio di previsione approvati (lo strumento contabile complessivo ancora non è stato deliberato in giunta, quindi difficilmente per tempi tecnici tra parere dei revisori dei conti e voto in commissione si potrà rispettare l’attuale termine imposto a livello nazionale del 15 marzo), di regolamenti che per diventare esecutivi dovranno avere il via libera dell’aula, con l’affidamento biennale del verde alla Lamezia Multiservizi ancora non votato (gli attuali interventi in corso sono legati al precedente estivo) e per fine aprile da votare anche Piao (piano integrato di attività e organizzazione), Tari 2024 e bilancio consolidato 2023. La carne al fuoco non mancherebbe, ma in via Perugini al momento sembra essere vegetariani perché non si sentono grosse urgenze a riguardo.

In opposizione l’ala legata al centrodestra continua a mantenere una posizione di “contrasto propositivo”, i cui sviluppi sono legati alle indicazioni superiori più che ai risvolti locali su cui si interviene, mentre il centrosinistra continua sulla strada delle lotte interne portate su pubblica piazza.

IL CASO PARTITO DEMOCRATICO

Se da inizio anno non sono mancate le ricostruzioni a mezzo stampa di scambi epistolari (analogici e digitali) tra Pd ed altre forze del centrosinistra, ma anche interne allo stesso Partito Democratico, il dissenso nel partito continua ad essere palesato come crescente con il passare del tempo.

In una nota firmata da Anania Costanza, Careri Andrea, Carito Francesco, Curcio Angelo, Putrino Marisa, Rocca Dario, Sirianni Antonio, Vescio Alessio come “gruppo di minoranza all’interno del direttivo cittadino”, si lamenta che «abbiamo dato la nostra disponibilità al confronto e al dialogo e pur non condividendo molte delle azioni intraprese, abbiamo evitato di portare il nostro dissenso fuori dalle mura del circolo. Nonostante la correttezza del nostro operare, abbiamo sempre trovato ostilità da parte del gruppo dirigente. Ogni proposta è sempre caduta nel vuoto, a tratti ridicolizzata, salvo poi dovere ammettere in diverse occasioni, al verificarsi di alcuni eventi, che avevamo ragione. Ogni riunione, piuttosto che essere animata da una sana discussione sui tanti temi politici, ha costituito l’occasione per mettere in evidenza rancori ed avversioni personali. Ora però non è più il momento di tacere».

Si reputa che «continuare a essere silenti significherebbe essere complici di un fallimento di cui non vogliamo essere corresponsabili. Dopo due anni di insediamento di questo nuovo gruppo dirigente si possono tirare le somme. La battaglia sul PSC, cui nessuno immaginava di poter vincere, visti gli esigui numeri in consiglio, non ha aggregato nessun movimento di protesta; anzi è venuto alla luce che la battaglia non era tanto contro la Giunta di centrodestra che l’approvava, quanto contro la vecchia Giunta di Centro sinistra, della quale il PD era parte integrante e che il piano aveva generato. Il tanto decantato tavolo del Centro Sinistra, da quanto abbiamo appreso dalla stampa che ha riportato fedelmente anche lo scambio epistolare che c’è stato, è naufragato prima che partisse. Inoltre, sempre tramite la stampa abbiamo appreso del ‘’malessere’’ espresso dalla Consigliera Regionale Amalia Bruni, espressione del nostro territorio e soprattutto candidata del Centro Sinistra alla Presidenza della Regione, alla quale si risponde con vittimismo parlando di “spirito di apertura’’ che lei, probabilmente, come noi, non ha mai colto. Ne è dimostrazione l’iniziativa del 1° marzo sullo sviluppo dell’area industriale, organizzata senza nemmeno coinvolgere il direttivo, pur convocato solo qualche giorno prima e che vede la partecipazione, per l’ennesima volta, di rappresentanti istituzionali e di partito non espressioni di questo territorio. Se a ciò si aggiunge la mancanza di capacità di coinvolgere le nuove generazioni, il quadro è davvero desolante».

La critica è che «questo gruppo dirigente, ben conscio dell’isolamento nel quale si trova, cerca di uscirne ricorrendo all’aiuto di personalità del passato che se certamente possono dare un contributo alla costruzione del centro sinistra, non possono costituire l’unica strada percorribile. Anzi, il metodo utilizzato piuttosto che portare condivisione crea solo divisione. Purtroppo, tutte le contraddizioni che avevamo denunciato nella fase congressuale si sono manifestate. Continuare in questo modo senza un intervento da parte dei dirigenti provinciali e regionali sarebbe da irresponsabili, vista la vicinanza delle prossime elezioni amministrative. Chiediamo, pertanto, con urgenza, a chi ha responsabilità superiori di farsi carico del grande malessere che attanaglia il partito lametino». Anche se le elezioni amministrative saranno tra più di un anno.

Il racconto del gruppo dirigente del Pd è invece con toni diversi, e tramite nota stampa online si documenta la «prima la visita ad alcune realtà imprenditoriali dell’area industriale di Lamezia, tra le più grandi aree industriali della Calabria e del Mezzogiorno, per la sua estensione di 1050 ettari complessivi, visita che si è conclusa con un incontro a Lamezia Europa e alla Fondazione Terina, e a seguire confronto pubblico, presso il Chiostro Caffè letterario piazzetta San Domenico, su politiche industriali e di sviluppo, piano del lavoro, legalità. Al primo momento dell’iniziativa organizzata dal consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Mammoliti, componente della direzione nazionale del Pd, hanno partecipato il segretario regionale del Pd, senatore Nicola Irto, il segretario cittadino del Partito Democratico Gennarino Masi, Milena Liotta delle Donne Democratiche, Giovanna Viola, direzione regionale PD, Battista Paola della federazione di Catanzaro e Doris Lo Moro parlamentare XVI-XVII legislatura. Prima tappa è stata la visita all’azienda Callipo dell’area industriale dove si è tenuto un incontro con l’imprenditore Pippo Callipo. Altre tappe alla cooperativa di agrumicultori Coppi, alle aziende Ecosystem e Agrisystem, e per concludere a Lamezia Europa e Fondazione Terina. Il tema della visita e il confronto con gli imprenditori (oltre a Callipo, Pierluigi Taccone, presidente del Consorzio Ortofrutticolo “Coppi”, Rocco Aversa per Ecosystem, Domenico Fragiacomo per Agrisystem) si è incentrato su quelle che possono essere le proposte politiche di rilancio dello sviluppo dell’area centrale della Calabria, il riordino degli strumenti di sostegno e d’incentivo alle iniziative produttive ed industriali, il rafforzamento della legalità».

Se gran parte dei partecipanti hanno avuto, o hanno ancora, un ruolo istituzionale per avere contezza dei problemi e delle potenzialità dell’area industriale, secondo la nota stampa la visita è servita «in vista della conferenza di Programma PD nell’area centrale della Calabria. I partecipanti all’incontro, ai quali sono stati illustrati i processi produttivi nonché le storie imprenditoriali di ogni azienda visitata, hanno ascoltato gli imprenditori, recepito proposte e problematiche, come quella della burocrazia. L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata alla visita alla sede di Lamezia Europa dove sono stati incontrati, nella sala del Centro servizi per le imprese, il presidente Leopoldo Chieffallo e il dirigente Tullio Rispoli, i quali hanno illustrato in sintesi tutti i progetti della società sottolineando la “mancanza di attenzione verso quest’area di sviluppo regionale da parte della politica”», ma curiosamente gli stessi vertici della società partecipata oggi hanno inviato una nota congiunta con l’amministrazione comunale lametina per esaltare la sinergia istituzionale.

Difficile per le altre aree del centrosinistra in consiglio comunale (Lamezia Bene Comune, Azione, Nuova Era) trovare un gioco di squadra con un Partito Democratico che non ha consiglieri ma sarebbe il partito maggiore sulla carta.

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