L’Orsa contesta Sacal sull’accordo di secondo livello sottoscritto lo scorso anno con i sindacati

La sigla nata a febbraio di quest'anno annuncia un sit in per il 28 maggio nei pressi della Prefettura

Più informazioni su

    Un sit-in di protesta pacifica, che si terrà nei pressi della Prefettura di Catanzaro a partire dalle ore 10.30 del 28 maggio, organizzato dal S.A.T.A OR.S.A Calabria, porta la sigla costituita a febbraio a contestare l’attuale gestione Sacal ma a ricordare anche come siano altre quelle sindacali a rappresentare i lavoratori avendo sottoscritto lo scorso anno la contrattazione di secondo livello, sulla cui attuazione si palesano perplessità

    «In ottemperanza alle norme vigenti, avremmo potuto indire uno sciopero di 4 ore. Tuttavia, sensibilmente alle esigenze del territorio e dell’utenza, non intendiamo strumentalizzare il diritto di sciopero per creare ulteriori disagi, bensì inteso nella circostanza, come unica soluzione possibile, ed utile a porre un importante riflettore sulla cattiva gestione attuata, nonché in riferimento alle politiche del lavoro adottate, che hanno colpito inevitabilmente tutti i dipendenti», si sostiene in una nota stampa, «per non parlare poi, dei lavori di ristrutturazione in corso presso gli Aeroporti di Lamezia e Reggio, non ancora terminati nonostante l’avvento della summer. Da troppo tempo ormai rivendichiamo i diritti essenziali dei lavoratori. Lavoratori che appartengono a due grandi aziende, il cui capitale sociale di maggioranza è detenuto dalla Regione Calabria, la quale, tuttavia, a nostro avviso, dovrebbe essere più attenta sul fronte delle politiche adottate nei confronti della gestione dei dipendenti delle stesse società».

    Si passa così a lamentare le condizioni dell’accordo di secondo livello, «più volte contestato da questa segreteria nazionale, per il suo presunto carattere discriminatorio, ed il mancato rispetto delle tempistiche, in riferimento alle pochissime agevolazioni rivolte ai lavoratori (vedi premio di risultato non ancora erogato, ed assicurazione sanitaria il cui portale è stato palesato soltanto nelle ultime ore, dietro ai nostri continui solleciti). Un accordo siglato da altre organizzazioni, che oggi, in alcuni casi, fanno addirittura un plauso alla S.A.CAL. attraverso la stampa. Un accordo, quello del 15.03.2023, secondo il quale i lavoratori si trovano costretti ad effettuare, all’occorrenza, prestazioni lavorative gratuite per un periodo che varia da 60 a 90 minuti settimanali. Per non parlare poi dell’assecondare una riorganizzazione andata in vigore lo scorso 1 agosto, senza aver seguito i criteri necessari per l’attuazione della stessa, che ha saputo creare soltanto malessere generale tra i lavoratori, costretti all’arte del tutto fare, fuori da ogni possibile principio regolato dal CCNL di categoria, e senza garantirne, a nostro avviso, la dovuta sicurezza sul lavoro. E dulcis in fundo, la messa in onda di un regolamento aziendale fuori da ogni logica, ed anch’esso reputato essere illegittimo. Insomma, una vera vergogna avvenuta sotto i riflettori. Una vergogna che abbiamo più volte raccontato alla politica, alle prefetture calabresi (vedi convocazione del 17 aprile- Prefettura di Catanzaro), alle istituzioni competenti, che tuttavia ancora non risultano essere rispondenti, neppure dinnanzi all’esplicita richiesta di rifacimento degli ultimi avvisi di selezione, tra i quali, recentemente, quello rivolto alla categoria più bistrattata, ossia gli stagionali. Un avviso di selezione che, secondo il S.A.T.A., risulta essere discriminatorio, come poi si è potuto apprendere dalla successiva pubblicazione delle graduatorie, dove si evince chiaramente che alcuni di questi lavoratori precari, non hanno avuto più il diritto di rientrare nel perimetro aziendale (in alcuni casi dopo 13 anni di lavoro precario)».

    Più informazioni su