Il caso dei pazienti di Chiaravalle tiene banco ancora oggi, con repliche, chiarimenti e nuove prese di posizione

Contestazioni verso Regione e sistema sanitario anche da chi si opponeva al trasferimento a Lamezia

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    Il caso dei pazienti di Chiaravalle tiene banco ancora oggi, con repliche, chiarimenti e nuove prese di posizione mentre le strutture sanitarie fanno i conti con l’assenza di personale e macchinari per attivare i nuovi posti letto, ma anche l’assenza di un’univoca versione dei fatti che dia contezza dei numeri e situazione degli anziani da ricollocare in ospedale.

    Dopo aver ieri condiviso le barricate istituzionali per respingerne i ricoveri, oggi il Tribunale per i diritti del malato – Lamezia Terme esprime solidarietà per i pazienti della Rsa di Chiaravalle, a tutti i loro familiari, cordoglio per i defunti.

    Si punta il dito verso invece verso la Regione contestando che «il 21 marzo la presidente Santelli ha annunciato in pompa magna 80 posti al Policlinico di Germaneto e che era in grado di gestire 1000 contagiati, tutto perfetto e sotto controllo. Noi invece sapevamo bene che non era e non è così, sapevamo direttamente dai cittadini, lo abbiamo osservato direttamente o vissuto sulla nostra pelle che mancava e manca praticamente tutto nelle strutture ospedaliere, dalle mascherine all’abbigliamento alle attrezzature ai percorsi, che c’erano tanti problemi prima e adesso con l’epidemia ce ne sarebbero stati 100 volte di più».

    Si reputa così che «quei vecchietti che non vuole nessuno perché nessun ospedale è stato messo nelle condizioni di accoglierli se non provocando altre tragedie, rimarranno sulla coscienza di tutti, anche di chi come noi ci ha provato a combattere anche questa volta contro la malapolitica e la malasanità in Calabria ed è stato sconfitto».

    Anche per i parlamentari del MoVimento 5 Stelle Bianca Laura Granato, Francesco Sapia, Giuseppe D’Ippolito e Paolo Parentela «vanno trasferiti e assistiti al più presto gli anziani contagiati della casa di cura “domus aurea” di Chiaravalle Centrale. Stiamo seguendo personalmente il caso, che abbiamo a cuore. Occorre tutelare la salute di tutte le persone coinvolte, dagli infettati al personale in servizio. In questo senso, abbiamo avuto notizie dirette dall’Asp di Catanzaro, che si è attivata per affrontare la situazione. Bisogna agire in fretta».

    Senza però spiegare come ed i che tempi per la situazione prospetta dall’Asp, i pentastellati parlano di «vicenda assurda che chiama in causa diverse responsabilità. Siamo certi che la Procura di Catanzaro farà piena luce su quanto è successo, che riteniamo inammissibile. Nel frattempo, la Regione Calabria proceda a sospendere l’accreditamento della casa di cura e verifichi se altrove ci sono situazioni di rischio e pericolo analoghi», ambito già avviato dall’Asp.

    Il Coordinamento Sanità 19 marzo precisa che «non si fa riferimento solo ai 22 posti letto “covid” che dovremmo avere attivi, ma anche alla paventata impreparazione strutturale di Terapia intensiva: quanti respiratori vi sono? Dovevano poi essere autorizzati 8 posti letto e solo 4 sembrano tutt’oggi operativi. In O.B.I. non vi sono respiratori, presenti solo in Rianimazione (una decina).
    Continuiamo a confidare nella Direzione medica dalla quale ci aspettiamo però anche risposte. Occorre attivare poi una comunicazione costante con la comunità».

    Nel frattempo una parte dei degenti dovrebbe essere ricoverato a Catanzaro.

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