Dà la propria ricostruzione dei fatti la famiglia dell’anziano di Falerna al centro nei giorni di Pasqua di un presunto caso di Covid-19

Trasportato all'ospedale di Lamezia Terme per un sospetto infarto, a Catanzaro i tamponi dall'esito discordante

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Dà la propria ricostruzione dei fatti la famiglia dell’anziano di Falerna al centro nei giorni di Pasqua di un presunto caso di Covid-19, annunciato con un primo tampone da parte del sindaco Menniti ma poi rientrato con i successivi accertamenti negativi.

«Saremo sintetici ma puntuali nell’esporre i fatti: domenica pomeriggio (alle 16 circa) nonno Fedele accusa un malore e viene portato in ambulanza all’ospedale di Lamezia Terme per un sospetto infarto. Nella tarda serata viene trasferito presso un’ altra struttura ospedaliera e sottoposto ad un primo intervento», riepiloga la famiglia, «dopo ore di attesa e ansia nella notte di lunedì giunge la telefonata che segnava per noi l’inizio di un incubo. “E’ positivo” a Covid 19 queste sono state le parole che nessuno di noi potrà dimenticare. Successivamente nel corso della notte e in mattinata veniamo contattati più volte da tutte le istituzioni coinvolte nella procedura».

Si ammette che «molteplici le sensazioni che ci stavano travolgendo tra incredulità, paure e preoccupazione non solo per la nostra famiglia ma anche per tutte le persone che indirettamente e ipoteticamente nell’assurdità dei fatti potevano essere state coinvolte», ma anche che «durante queste 37 interminabili ore abbiamo ricevuto una quantità enorme di telefonate per ore e ore di conversazioni che ci incoraggiavano e ci sostenevano, oltre ad una innumerevole quantità di messaggi WhatsApp».

Si ringraziano così «l’equipe medica intervenuta a casa che ha sin da subito saputo individuare il problema ed è intervenuta tempestivamente e durante il trasporto in ospedale; il personale medico e paramedico del Pronto Soccorso di Lamezia Terme ; l’equipe che lo ha trasportato dalla prima alla seconda struttura ospedaliera; l’equipe che ha immediatamente effettuato gli interventi di natura cardiaca dell’Ospedale di Catanzaro; la Dottoressa dell’ASP che si occupa dei familiari dei casi Covid; il nostro medico che, come sempre, è andato ben oltre quello che può essere il rapporto medico-paziente, lo abbiamo sentito vicino a noi come può essere un padre o un fratello, facendo all’occorrenza, (e ce n’è stato bisogno) anche da psicologo; le Autorità Civili e Militari, di Falerna, con le quali siamo stati in costante contatto, ci sono state vicine non solo per l’intervento istituzionale ma anche e sopratutto dal punto di vista umano; tutte le persone, amici, colleghi di lavoro, parenti, conoscenti, che ci hanno chiamato e messaggiato, perché sentire vicini a noi tante persone è stato veramente fondamentale; i nostri vicini che ci hanno sostenuto senza riserva alcuna e qualche volta anche difeso da qualche caso isolato fuori dal coro».

L’epilogo della vicenda ha secondo i familiari evitato anche risvolti più complicati: «dopo aver effettuato i test di protocollo più volte e avuta la conferma della negatività al Covid 19, nonno Fedele è stato spostato dal reparto Covid a quello interessato alla sua reale patologia, ma nonostante ciò si è reso necessario attendere ulteriori esiti di nuovi tamponi effettuati al fine di scongiurare il pericolo di aver contratto il virus all’interno della struttura ospedaliera, a seguito del ricovero (come da protocollo)», ma «fortunatamente anche questi ulteriori esami hanno dato esito negativo e fra qualche giorno finalmente potrà fare rientro a casa tra l’affetto e la gioia dei propri familiari, senza trascurare il suo tanto amato orticello».

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