Coro di giubilo per quello che potrebbe essere, ma ancora non è, in merito alla microbiologia lametina

Se fossero queste le linee guida, sarebbero i macchinari a traslocare da uno stabile all'altro del Giovanni Paolo II, dando ulteriore lavoro al personale del laboratorio analisi

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Coro di giubilo per quello che potrebbe essere, ma ancora non è, in merito alla microbiologia lametina. Di fatti la nota del 28 aprile del dirigente generale Antonio Belcastro non autorizza l’Asp di Catanzaro a riaprire il reparto chiuso 3 anni fa, ma esprime parere favorevole «all’attivazione del settore di microbiologia all’interno del laboratorio di analisi già operativo del presidio ospedaliero di Lamezia Terme, limitatamente all’esecuzione dei test per la ricerca Covid-19».

Quindi, se fossero queste le linee guida, sarebbero i macchinari a traslocare da uno stabile all’altro del Giovanni Paolo II, dando ulteriore lavoro al personale del laboratorio analisi. Negli atti ufficiali dell’Asp inoltre non compare nessuna nuova assunzione in tal senso, né ci sono atti che riguardino l’acquisto di reagenti (merce contesa in tutto il mondo, senza la quale i tamponi non si possono processare). Il personale di via Perugini dovrà inoltre compilare due schede per verificare se la struttura ha capacità e competenze per vedersi affidato tale ruolo, e solo dopo la valutazione positiva da parte del Ministero della Salute «saranno attivate le procedure per l’assegnazione del personale». Quindi tempi non certo celeri, né certo che arrivi nuovo personale, mentre l’esigenza di rispondere celermente ai vari tamponi tra residenti e calabresi di rientro diventa ineluttabile.

Ma visto che per la sanità lametina anche ipotesi liete diventano buone notizie (intanto nella stessa giornata odierna il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, annuncia il centro Covid-19 nell’ala di malattie infettive del Mater Domini, e la conversione a casa delle salute e nuovo polo riabilitativo dell’ex Villa Bianca ad opera dell’Asp di Catanzaro, che però ad oggi non ha ancora completato l’opera di accreditamento della struttura sempre dedicata alla riabilitazione in comunione con l’Inail nell’area industriale lametina), non mancano gli interventi di giubilo e di autoassegnazione del merito.

Per il comitato “Salviamo la sanità del Reventino” «dagli uffici del Commissario ad Acta si fa dietro front, quasi a voler dimostrare, qualora ce ne fosse bisogno, come la logica ragionieristica di gestione non sia più l’assoluto imperativo su cui si ci deve basare», anche se l’atto non è passato dall’ex generale dei carabinieri. Per il comitato di Soveria Mannelli «la microbiologia ha scatenato forti proteste a Lamezia sia da parte della politica (più che altro di una parte) che delle associazioni territoriali (tra queste il Coordinamento Sanità 19 marzo, con cui abbiamo rapporti stretti). Speriamo che il commissario Cotticelli e la politica in genere, comprendano che certi passaggi sono pericolosi e che si ritorni al buon senso, e che magari prendano atto che la sanità va rifondata soprattutto partendo dai territori marginali come il nostro. Cotticelli si ricordi che nel cassetto ha un progetto di rilancio e revisione del nostro ospedale che vi giace da un anno, presentato e costruito dal Comitato in collaborazione con i vertici ASP. Ma soprattutto che venga disposta la creazione del centro Covid regionale affinché possano riprendere tutte le normali attività dell’ospedale oggi sospese, che lasciano un intero territorio nell’assoluto abbandono. Non può reggere l’idea che i servizi ambulatoriali e diagnostici siano lasciati quale esclusiva priorità alla sanità privata».

Lo stesso Coordinamento Sanità 19 marzo sostiene che «non ci interessa sottolineare quante volte anche noi abbiamo perso la voce per urlare la riapertura del reparto di Microbiologia o da quando evidenziamo che solo a Catanzaro non era possibile chiedere di processare tutti i tamponi effettuati sul territorio piuttosto che in ospedale. Siamo contenti della pressa di coscienza odierna della Regione Calabria che ha finalmente deciso di riaprire “almeno” il laboratorio per permettere di analizzare i tamponi anche al Giovanni Paolo II». Si rimane però cauti: «da questa mattina contattiamo il Direttore Antonio Belcastro per meglio comprendere da quando, effettivamente, quanto formalmente adottato sarà operativo. Ringraziamo anche il direttore Gallucci per l’impegno profuso. Sappiamo che anche la Direzione sanitaria ha lavorato sul progetto, portato sul tavolo della Commissione straordinaria dell’A.S.P. di Catanzaro, ora, comunque, all’attenzione dei Ministeri competenti».

Orgoglio dimostra anche il parlamentare Giuseppe D’Ippolito, dichiarando ottimisticamente, dopo aver chiesto anche nella stessa giornata le dimissioni anche di Belcastro, che «ci siamo riusciti. Il laboratorio di microbiologia dell’ospedale di Lamezia Terme può riaprire. È servito un intervento diretto presso la Regione Calabria e il ministero della Salute ma ci siamo riusciti. Era uno spreco inconcepibile lasciarlo chiuso proprio in questo momento quando serve di più. Una vittoria per i cittadini calabresi».

Si prende il merito anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, allargandolo al resto del fronte istituzionale: «la oramai imminente riapertura del reparto di Microbiologia presso il Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme costituisce un primo importante tassello di crescita. Il Consiglio Comunale, la Terza Commissione e l’Amministrazione hanno perorato con decisione la necessità della riapertura, per come auspicato anche nella missiva indirizzata in data 21/04/20 dal Sindaco alla Regione Calabria, al Commissario Cotticelli ed all’ASP di Catanzaro».

Secondo Mascaro «non può, quindi, non esprimersi soddisfazione nel verificare che si è prontamente recepita la sollecitazione dell’amministrazione comunale consentendo la riapertura di reparto che già negli anni passati ha dato lustro alla sanità calabrese; all’uopo, è doveroso sottolineare il fattivo e costruttivo impegno delle associazioni lametine che tanto positivamente si stanno spendendo in favore del miglioramento dell’offerta sanitaria nell’area centrale della Calabria. Ora diventa di fondamentale importanza, e costituisce ineludibile ulteriore tassello, procedere alla riapertura di Malattie Infettive, reparto anch’esso esistente sino al 2016. Siamo certi che ciò accadrà in tempi molto brevi stante la sussistenza di ogni presupposto logistico e strutturale, con edificio autonomo di oltre 6.000 mq. pronto per divenire centro di eccellenza per l’intero mezzogiorno d’Italia».

La vittoria (se tale può essere definita) ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana sosteneva John Keats, ed infatti sul passaggio di Oss ed infermieri assunti dall’Asp di Catanzaro (quindi potenzialmente destinabili ai casi Covid-19 a Lamezia Terme, dove si dovevano creare ulteriori posti letto), ma che hanno preso servizio al policlinico del Mater Domini (seguendo i degenti della Rsa di Chiaravalle “rifiutati” dal fronte dei due ospedali del lametino), non c’è stato lo stesso appeal comunicativo.

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