Raccolta firme con 5 proposte al ministro Speranza per chiedere di rivedere il commissariamento della sanità calabrese

Ad oggi  120 Sindaci, da tutte le cinque province Calabresi, hanno appoggiato e condiviso la petizione lanciata il 10 maggio scorso

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Gli interventi di Don Giacomo Panizza, di Italo Reale e Rubens Curia, moderati da Maria Pia Tucci, durante la conferenza stampa tenutasi a Lamezia Terme in Sala Sintonia, hanno puntato l’ attenzione sulla Sanità per tutti e su una riforma che la Calabria non può più attendere.

Dalla lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza, alla raccolta firme, alla stesura di un documento condiviso con 5 punti essenziali che diventato proposte necessarie  e realizzabili per un nuovo corso della Sanità in Calabria.

Ad oggi  120 Sindaci, da tutte le cinque province Calabresi, hanno appoggiato e condiviso la petizione lanciata il 10 maggio scorso (e che può ancora essere firmata): Diritto alla salute in Calabria. Lettera aperta al Ministro Speranza, che conta  3923 firme sulla piattaforma change.org a cui si aggiungono le 111 iniziali e le 1000 fuori piattaforma.

«La salute come questione democratica e competente», ha sottolineato il presidente della Comunità Progetto Sud, Don Giacomo Panizza, «ha a che fare con la scuola, con la strada, con la vita, con le fragilità, che sono  determinanti sociali  quanto il lavoro e l’ambiente».

«Un obiettivo comune  e condiviso in rete con Persone, Associazioni e Istituzioni Calabresi», ha detto  Italo Reale nel suo intervento «la nostra proposta non è ideologica ma volutamente costruttiva perché le Istituzioni sono chiamate ad affrontare e risolvere la questione Salute in Calabria, come bene comune».

«Più assistenza domiciliare e meno RSA», sottolinea Rubens Curia, «sanità territoriale e l’ impiego dei fondi CoVID-19 destinati alla regione Calabria  per incrementare le cure domiciliari, la sorveglianza e la diagnosi con il potenziamento delle virologie, microbiologie e dei laboratori di patologia clinica, dei dipartimenti di prevenzione e delle terapie intensive».

Se la sanità regionale è ancora commissariata, non garantisce i livelli di assistenza, per motivi di conti e bilancio non può andare oltre ad una soglia minima di assunzioni non pari a quella dei pensionamenti, i 5 punti della raccolta firme chiedono maggiore partecipazione dei cittadini e trasparenza nei processi decisionali; riorganizzare l’Assistenza Territoriale con riconosciuto il ruolo dell’infermiere di quartiere, dell’assistente sociale, della ostetrica, del fisioterapista e di altre figure; potenziare gli ospedali Spoke e la rete ospedaliera regionale; rivedere i piani di fabbisogno alla luce delle indicazioni ministeriali, limitate però solo all’emergenza Covid-19; rivedere il commissariamento non in funzione economica ma in funzione di servizi.

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