“Calabria ancora in forte ritardo sia sul piano normativo che di servizi accreditati rispetto al fabbisogno”

Il “Tavolo autismo” dell’ Ufficio pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana ha traccito un bilancio

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    Il “Tavolo autismo” dell’ Ufficio pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana si è insediato nell’ ottobre 2019 e ha messo in rete 52 sedi operative, su tutto il territorio italiano, che fanno riferimento a 14 enti di Terzo settore di ispirazione cristiana che si occupano di diagnosi e cura dell’ autismo.

    Tra i centri a confronto il Centro Psico Educativo Autismo e il Centro di Riabilitazione della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, rappresentati dalla responsabile, Angela Maria Regio, per la quale «il lavoro fatto in questa prima fase di attività ha prodotto una consapevolezza fondamentale in tutti i partecipanti: mettere insieme le esperienze e le energie migliori è una spinta affinché il nostro Paese e ogni regione d’ Italia si doti di risposte normative e di servizi adeguati per sostenere la fatica che le persone con ASD e le loro famiglie sopportano quotidianamente. Questo a maggior ragione è vero per la nostra Calabria ancora in forte ritardo sia sul piano normativo che di servizi accreditati rispetto al fabbisogno che emerge e che è in continuo aumento».

    Nove mesi di lavoro condiviso e coordinato da Don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della CEI, che consegnano una fotografia fatta di dati, sostenendo che «le strutture sociosanitarie del Terzo settore di ispirazione cristiana possono contribuire a costruire un Servizio sanitario nazionale più forte, soprattutto a livello territoriale, mobilitando risorse per la costruzione di una comunità curante che includa e aiuti le persone fragili anche in età evolutiva, anche con autismo», presentando in conferenza stampa online i risultati dalla rilevazione su “I servizi per la diagnosi e il trattamento, la cura pastorale e il sostegno alle famiglie per le persone con ASD, offerti dalle strutture cattoliche e di ispirazione cristiana”.

    Coinvolte 28.000 persone, non solo bambini e adolescenti, ma anche adulti, come dato complessivo su cui si basa lo studio portato avanti dal tavolo tematico della CEI, che mette al centro la persona con i suoi bisogni, le condizioni e le prospettive di vita.

    «Negli anni più recenti – si legge nell’introduzione di Stefano Vicari – è stato segnalato un sensibile incremento del numero delle persone con ASD, oggi stimato intorno all’1% della popolazione mondiale. In Italia, pur non esistendo disponibili dati ufficiali epidemiologici, le stime di prevalenza basate esclusivamente su sistemi informativi sanitario scolastici riferiscono di un aumento di prevalenza del disturbo con circa mezzo milione di cittadini con ASD».

    Ad un cambio di paradigma fa riferimento Massimo Molteni, che si dice «contrario al modello sanitario meramente prestazionale, che necessariamente, invece, debba prendere in carico globalmente la persona con ASD, la sua famiglia e i suoi contesti di riferimento: scuola, lavoro, famiglia e tempo libero».

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