Al “Giovanni Paolo II” tamponi analizzabili solo la mattina fino alle 10, poi trasferimento a Catanzaro

Le associazioni Senza Nodi con Nadia Donato, e Cittadinanza Attiva, con Felice Lentidoro, contestano l'organizzazione attiva da giugno

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Le associazioni Senza Nodi con Nadia Donato, e Cittadinanza Attiva, con Felice Lentidoro, contestano che «se succede che stai male dopo le 10 il tuo tampone va al Pugliese/Ciaccio e la risposta arriva quando è possibile. I fatti: non c’è più l’OBI, cancellato in poche ore nel periodo emergenza COVID non si sa ancora bene perchè, pertanto, anche per stare in osservazione devi andare in un reparto. Quale reparto? Uno dei pochi che sono rimasti, e devi trovare comunque un posto letto, anche questi ridotti al lumicino. Ma quando arriverà la risposta del tampone per chi è in attesa al Pronto soccorso? Non ci sono termini di tempo».

Le due sigle lamentano che a disposizione nei laboratori ci sono «8 persone, si effettuano turni dalle 8 alle 14, ma i tamponi posso essere portati in laboratorio sino alle 10, tutto ciò che arriva dopo va a Catanzaro. In oltre, pare che, nonostante ci sia l’autorizzazione per processare a Lamezia Terme tutti i tamponi dell’area tirrenica, questi inspiegabilmente vengono comunque trasferiti a Catanzaro».

Le autorizzazioni avvenute a giugno però erano chiare: il Laboratorio di Patologia Clinica è stato approvvigionato dei necessari reattivi, dotato di una dirigente biologa a tempo determinato, per 6 mesi, e 2 tecnici di laboratorio biomedico, per avviare dal 30 giugno l’attività per 72 ore settimanali (raddoppiate poi ad agosto nel periodo del potenziale focolaio nelle discoteche di Soverato), ma con l’indicazione di analizzare esclusivamente i tamponi provenienti dalle unità interne al presidio ospedaliero unico dell’Asp.

Le associazioni ricordano che «è stato organizzato un servizio di prevenzione e attraverso l’ADI si effettuano i tamponi a domicilio, in più può essere effettuato il tampone anche alla “Mutua”».

Si parla poi di microbiologia, anche se il reparto non esiste più a Lamezia Terme ufficialmente da anni, contestando che «a Soverato, ospedale dove il laboratorio è stato quasi cancellato ed il suo dirigente ha fatto richiesta (accettata) di venire a Lamezia, ci sono 12 unità lavorative. Nella struttura lametina che opera e dovrebbe essere potenziata, invece, lasciano 8 unità e non attivato turnazioni adeguate a dare risposte al territorio», anche se unità citate son quelle dei laboratori esistenti, che comprendono anche le altre analisi.

Le associazioni così se la prendono con la politica, anche se ieri la commissione antimafia lodava l’operato della terna commissariale che fine a marzo guiderà l’Asp di Catanzaro, la quale per altro tramite l’ex prefetto Latella lamentava anche ingerenze esterne al proprio operato.

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