L’amministrazione comunale rilancia le richieste in tema sanità con il documento approvato ma rimasto su carta

Si chiedono all'Asp interventi che vanno ad implementare l'ospedale e l'assistenza sul territorio

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Anche l’amministrazione comunale lametina, che in tema sanità non ha alcuna competenza, esprime le proprie richieste sul tema.

«È evidente a tutti che la seconda ondata di pandemia da COVID 19 ha trovato la nostra realtà sanitaria impreparata a gestire tutte le azioni di controllo e di contrasto alla diffusione del contagio, in ambito sia territoriale che ospedaliero», lamentano sindaco e consiglieri comunali, «non è certamente un caso se la stessa Asp di Catanzaro ha messo nero su bianco una situazione particolarmente allarmante in relazione al numero di nuovi casi, alla difficoltà nel tracciare contatti, alle enormi difficoltà nell’esecuzione e processazione dei tamponi e nella comunicazione dei risultati, alla presa in carico e all’assistenza dei pazienti da gestire in setting ospedaliero».

Si ci rifà quindi all’ennesimo documento approvato in consiglio comunale che, come tutti gli altri, è rimasto lettera morta poiché «alla luce dell’attuale situazione epidemiologica e delle concrete minacce per la salute ed il benessere della collettività, bisogna dare delle risposte immediate».

Le richieste però sono, per lo più, già ferme in partenza. Si parte dal «riattivare immediatamente il reparto di Malattie Infettive nella struttura esterna al Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme, ove attualmente è ubicato il settore Microbiologia del laboratorio. Tale struttura, che si ribadisce è autonoma strutturalmente, in pochissimi giorni, non in mesi, può essere utilizzata per ospitare pazienti Covid stabilizzati che non necessitino di assistenza ventilatoria, decongestionando e rendendo così fruibili i reparti di Malattie Infettive degli Hub di riferimento che già da qualche giorno non hanno più posti disponibili. La struttura, che può essere anche sede di un Pronto Soccorso dedicato ai sospetti Covid, necessita di fatto solo di una Tac mobile da ubicare nell’area esterna antistante e ha il grande vantaggio di garantire un percorso dedicato Covid che consentirebbe di liberare anche l’operatività degli altri reparti del Presidio Ospedaliero. Proprio per queste caratteristiche, la struttura si presta anche ad essere identificata quale Ospedale Covid per l’area Centro, con un potenziale numero di oltre 50 posti letto». Solo che in giorni non si reclutano né personale né macchinari, né si ci trova promossi ad hub da spoke.

Secondo punto è quello di aumentare il numero di tamponi, parlando di una microbiolgia che non c’è come reparto nel «dotandola di strumentazione tecnologicamente più avanzata di quella in uso e assicurando anche un maggior numero di ore di attività attraverso il supporto di nuovo personale assunto nell’organico Covid».

Nelle richieste anche quella di «potenziare il servizio 118, assicurando sempre la presenza di personale medico sui mezzi di soccorso, a garanzia del rispetto dei tempi di intervento per urgenze Covid e non Covid» e «per garantire la corretta gestione domiciliare dei pazienti nell’intero comprensorio, poiché l’Usca di Lamezia Terme non è sufficiente a soddisfare le richieste, è evidente che bisogna destinare un numero maggiore di medici e di personale per aumentare il numero delle Usca attive sul territorio», aspetto che già è in essere con un avviso pubblico della stessa Asp per reclutare nuovo personale a tempo determinato.

Inoltre secondo via Perugini «è necessario implementare sensibilmente le risorse umane per consentire le azioni di tracciamento dei contatti e sorveglianza attiva e assicurare la tempestiva trasmissione dei dati per l’adozione delle necessarie ordinanze nei tempi corretti».

Tutte richieste legittime, ma che rientrano nell’ambito di un’Asp commissariata con il mandato della terna commissariale in scadenza nei primi mesi del 2021, in dissesto deliberato a dicembre, con un piano del personale che per 3 anni vede più pensionamenti che assunzioni, ed una gestione della pandemia legata agli umori ed indicazioni della gestione regionale.

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