Nuova tecnica mini-invasiva per il trattamento delle fratture alla gamba nell’ortopedia del Giovanni Paolo II

Usata per il trattamento delle fratture del pilone tibiale con vantaggi sul recupero funzionale del paziente, con netta riduzione delle complicanze. 

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Nuova tecnica mini-invasiva per il trattamento delle fratture alla gamba eseguita all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme”.

Nell’unità operativa di Ortopedia del nosocomio cittadino, diretta da Livio Perticone, viene infatti eseguita dall’equipe del reparto questa nuova tecnica mini-invasiva usata per il trattamento delle fratture del pilone tibiale con importanti vantaggi sul recupero funzionale del paziente, con netta riduzione delle complicanze.

In un momento in cui la sanità calabrese è nell’occhio del ciclone per le criticità emerse a seguito della pandemia è bene ricordare che anche in Calabria si fa buona sanità e soprattutto che i medici calabresi, in prima linea in un periodo storico difficile, continuino a spendersi per il miglioramento tecnico e l’aggiornamento scientifico in modo da garantire ai loro pazienti un servizio che nulla ha da invidiare a quello dei più blasonati centri del nord Italia.

Questa nuova tecnica, utilizzata nell’ospedale di Lamezia, è stata illustrata da Maschio nel corso dell’evento Sotimi, organizzato in Calabria da Livio Perticone, primario di Ortopedia all’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme con la collaborazione di Enzo Macrì primario di Ortopedia all’Ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.

L’incontro, svoltosi con la modalità webinar a causa della pandemia in corso, ha visto la partecipazione dei maggiori traumatologi calabresi che hanno potuto confrontarsi sulle innovazioni tecniche nel trattamento delle fratture distali di gamba. Particolare interesse hanno suscitato le relazioni di Riccardo Maschio e anche la presentazione di alcuni casi clinici da parte di Sergio Gigliotti Ostopedico a Lamenzia, che ha illustrato alla platea un sistema estremamente innovativo denominato Ria, attualmente in uso all’ospedale lametino ed impiegato per trattare le fratture in pseudoartrosi, fratture che non riescono a consolidare dopo diversi mesi nonostante gli interventi.

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