Per il segretario regionale Cittadinanza Attiva criticare la gestione sanitaria non è una campagna denigratoria

Anche dopo l'incontro avuto con i vertici dell'Asp si ritiene che le contestazioni siano state legittime

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Dopo la lunga sequela di contestazione sulla sanità lametina, per Felice Lentidoro, segretario regionale Cittadinanza Attiva, la stessa non può essere considerata una campagna denigratoria nei confronti dell’ospedale lametino per come invece accusato ieri nell’incontro con i vertici dell’Asp di Catanzaro.

«All’incontro tenutosi nella sede dell’Asp si Catanzaro era presente l’onorevole Pino D’Ippolito, che con documenti alla mano ha tentato di riportare alla Commissaria Luisa Latella quali gravità sono emerse nella gestione del reparto Covid di Lamezia Terme. Agli astanti, dottor Gerardo Mancuso, Massimo Calderazzo, Bonacci, Tedesco, Marchitelli, Lucia e Nadia Donato presidente dell’associazione Senza Nodi, l’onorevole ha elencato quanto nei giorni scorsi in tanti hanno segnalato come carenze gravi della struttura Covid», fa eco Lentidoro al comunicato di D’Ippolito, riportando parte dell’incontro avuto con Gerardo Mancuso, che gestisce l’emergenza Covid da inizio pandemia, secondo il quale «giustificazione è stata quella che in un fatto d’emergenza si è agito di conseguenza su richiesta della Regione Calabria», ma non dell’ordinanza di Spirlì, che in nessun atto amministrativo dell’Asp trova riscontro.

Sui contagi avvenuti nel reparto Covid si è spiegato che ha riguardato solo dipendenti donne, ipotizzando così possa essere avvenuto in spogliatoio e non in reparto, ma secondo Lentidoro «la struttura del Giovanni Paolo II ha nel proprio interno professionalità di rilievo che per le carenze di personale e di attenzione da parti di chi negli anni ha amministrato, ha di fatto mortificato».

A dicembre dello scorso anno la terna commissariale ha dichiarato dissesto, nei piani di assunzione del personale ci sono perciò più pensionamenti che assunzioni, ma per Cittadinanzattiva «l’inspiegabile caparbietà di qualcuno nel volere un Reparto Covid all’interno dell’ospedale, ha fatto scattare un’altra emergenza che coinvolge tutti i reparti, già in condizioni difficili da tempo e che non ha dato spazio di prima necessità ad altri reparti».

Per 8 operatori operatori sanitari contagiati ci sono stati però più di 54 pazienti curati in loco, e non a Catanzaro, dove nella prima ondata erano andati contagiati e personale assunto a tempo determinato per lo scopo.

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