Approvato il piano vaccinale calabrese, 4 le fasi previste ma tempi e modi non sono certi

La gestione delle fasi successive alla prima dipenderanno anche dalle tipologie e quantità di vaccini a disposizione

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Il commissario ad acta Guido Longo ha approvato il piano vaccinale per la Regione Calabria. Il piano, formalizzato con la firma del documento a cui hanno collaborato il delegato al Covid, Antonio Belcastro, e con il parere favorevole del dg del dipartimento Tutela della Salute Francesco Bevere, è suddiviso in 4 fasi.

La prima fase, quella attuale, riguarda fondamentalmente questioni logistiche e organizzative con l’arrivo delle dosi e la suddivisione nei quattro ospedali Hub (Pugliese-Ciaccio, Mater Domini a Catanzaro, Gom di Reggio Calabria e Annunziata di Cosenza) e nei due spoke di Crotone e Vibo Valentia, con vaccinazioni poi effettuate anche negli altri ospedali (come già avvenuto a Lamezia Terme e a Soveria Mannelli). Ogni settimana, si prevede, dovrà essere somministrato, da parte di ciascuna Azienda, circa il 70% delle dosi consegnate

In questa fase si vaccinano medici e sanitari non medici, infermieri, Oss di strutture pubbliche e private accreditate; operatori e ospiti di Rsa; operatori del 118 e servizio Emergenza Urgenza; personale delle ditte con appalti in sanità; specalisti ambulatoriali, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici in formazione, specializzandi, assegnisti, dottoranti di ricerca e tirocinanti; farmacisti, informatori scientifici; volontari a supporto di attività sanitarie, operatori studi medici, veterinari e odontoiatrici e operatori laboratori pubblici e privati.

Nella seconda fase si passa alla vaccinazione  dei soggetti di età compresa tra i 60 e i 79 anni e i soggetti di età inferiore con situazioni di rischio clinico;  soggetti appartenenti a gruppi socio demografici a rischio più elevato di malattia o morte;  insegnanti e personale scolastico ad alta priorità.

Nello step numero tre si passa alla vaccinazione del restante personale scolastico; personale dei servizi essenziali;  popolazione carceraria e relativo personale; popolazione generale con comorbidità moderata di ogni età per poi passare alla definitiva fase quattro.

La gestione delle fasi successive alla prima dipenderanno anche dalle tipologie e quantità di vaccini a disposizione: la prima fase ha visto l’utilizzo di vaccini Freeze (Pfizer-Biontech), mentre per quanto attiene la pianificazione delle attività delle fasi successive e della presa in carico dei relativi target, verosimilmente da gestire anche con vaccino Cold, (es. AstraZeneca, Janssen-Johnson & Johnson) il piano dovrà essere aggiornato alla luce delle caratteristiche specifiche, modalità d’uso e sulla tempistica della disponibilità degli stessi.

Diversi infatti dosaggi e conservazione, così come l’arrivo degli stessi che dipenderà dai tempi di approvazione dei vari vaccini:

  • Astra Zeneca – vettori virali derivati da adenovirus ChAdOx1 nCoV-19 – conservazione 2/8°C, 2 dosi a distanza di 21 gg
  • PF/BT – Mrna – conservazione -80/-60°C per 6 mesi, 2 dosi a distanza di 21 gg
  • J&J – vettori virali derivati da adenovirus Ad26.COV2.S – conservazione 2/8°C, 1 dose
  • Sanofi/GSK – vettori virali derivati da adenovirus – conservazione 2/8°C, non noto dosaggio
  • Curevac – mRNA – conservazione -20/-70°C, non noto dosaggio
  • Moderna – Mrna – conservazione -20C° per 6 mesi, 2 dosi distanza di 28gg

Come da impostazione nazionale, la configurazione ottimale di un punto vaccinale ottimale prevede la presenza di un medico, 4 infermieri (ogni infermiere presiede una linea vaccinale), un OSS e un Data manager (responsabile della registrazione nell’anagrafe vaccinale). Durante il periodo di offerta del vaccino al personale sanitario e sociosanitario, i punti dovrebbero essere attivi almeno 8 ore al giorno, 7 giorni a settimana. L’accesso alle vaccinazioni è effettuato su appuntamento, programmato in base al calendario del prodotto disponibile e in uso (2 dosi a distanza di 21 giorni).

Per la calendarizzazione degli appuntamenti si può stimare che l’effettuazione di ogni vaccinazione richieda 10 minuti (verifica dei dati anagrafici e criteri di inclusione, verifica o raccolta scheda anamnestica, somministrazione del vaccino, registrazione dei dati da parte del team), cui per buona pratica vaccinale devono seguire almeno 15 minuti di attesa per osservazione.

Il centro coinvolto nell’evento vaccinale può provvedere alla somministrazione dei vaccini presso le RSA mettendo a disposizione un team mobile costituito da personale medico, infermieristico, oltre a personale sociosanitario e amministrativo operante nella struttura, per circa 8 ore al giorno, 7 giorni a settimana , ovvero attraverso personale delle USCA. I compiti delle unità mobili o degli operatori USCA sono gli stessi delle unità vaccinali presenti nel PV. I team mobili dipendono da un punto di vista organizzativo dalla ASP competente territorialmente. La programmazione delle vaccinazioni nelle RSA viene effettuata in base alla lista degli ospiti e del personale della struttura.

Le indicazioni son quelle stilate a livello nazionale, ma nel piano calabrese si reputa anche che “gli operatori sanitari sono i veri “influencers” delle decisioni di vaccinazione in quanto somministrano il vaccino”.

Per la gestione dei dati, comprese le prenotazioni, a livello regionale si è data adesione al Sistema Informativo Nazionale per la gestione della vaccinazione COVID, reso disponibile da Invitalia (Poste Italiane S.p.A.), attraverso il quale verrà predisposto un piano di valutazione della sicurezza per consentire la celere valutazione di eventuali eventi avversi.

Dovrà poi nelle fasi successive essere individuato per ogni Distretto almeno 1 presidio vaccinale (2 o 3 per i distretti più grandi) da utilizzare sia nella fase caratterizzata dalla disponibilità di vaccino Freeze, e che fungano da presidi per la erogazione delle somministrazioni per i team che opereranno nell’ambito territoriale di riferimento durate le successive fasi caratterizzate dalla disponibilità di vaccino Cold.

Qualora non si abbiano adesioni sufficienti al bando nazionale per reclutare 3.000 medici e 15.000 infermieri da assegnare alle Regioni, è opportuno prevedere la possibilità di utilizzare personale delle Aziende con prestazioni aggiuntive e pertanto si ritiene si debba prevedere che le Aziende territoriali possano procedere ad attivare procedure per l’arruolamento di personale medico e infermieristico da adibire, in caso di necessità, alla attività vaccinale. Nuove assunzioni a tempo determinato che già durante la pandemia hanno trovato però rallentamenti burocratici, anche per i cambi di titolarità del ruolo del commissario ad acta, e che saranno legate come scadenza al periodo di emergenza nazionale deciso dal Governo.

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