Sigle lametine criticano il sindaco Abramo spingendo per l’accorpamento del “Giovanni Paolo II” alla nuova sanità catanzarese

"Non ha alcuna competenza in materia, deve pertanto abbandonare le sue pressioni sul Commissario al Piano di Rientro"

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Se l’ospedale di Lamezia Terme continua ad essere parte dell’Asp di Catanzaro, con plausi e critiche per quanto previsto tra piano della perfomance e atto aziendale oltre al fabbisogno del personale che nel triennio non può coprire i vuoti di organico, prosegue la diatriba sulla necessità o meno che il “Giovanni Paolo II” venga accorpato alla futura nuova azienda ospedaliera di Catanzaro.

Dopo che la legge sull’integrazione delle aziende sanitarie catanzaresi è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, alcune sigle lametine (Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Cittadinanzattiva, Tribunale del Malato, Comitato Malati Cronici, Associazione Senza Nodi, Osservatorio Sociale San Nicola) criticano le dichiarazioni del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, sostenendo che esista «l’illegittimità dell’inserimento del nostro ospedale nella fusione solo per il fatto che tale inserimento non fosse “contemplato dal Piano di Rientro dal disavanzo sanitario regionale” del 2016/2018. E siccome quel Piano di Rientro è abbondantemente scaduto, tocca dunque a noi lametini agire per far cambiare idea al Commissario Longo sul nuovo piano e fargli inserire nella fusione dei due hub catanzaresi anche il nostro ospedale, con una sua vocazione e con servizi e prestazioni di caratura regionale, che è proprio quanto (silenziati per diversi e non gradevoli motivi Tallini e gli altri) l’iperattivo Abramo sta tentando disperatamente di evitare».

Le associazioni entrano poi anche in un’eventuale polemica interna lametina, sostenendo che «quanti di noi ancora insistono a voler star fuori da questa corazzata sanitaria che si sta costruendo a venti/trenta chilometri da noi, credendo così di difendere una autonomia persa oltre 10 anni fa e sperando di ottenerne un qualche vantaggio per il nostro ospedale, va pazientemente spiegato che questo stato di separazione ci ha finora fruttato solo perdite di servizi e reparti, che esso conviene a chi ci vuole tenere fuori da questo mega hub e che, come chiunque è assediato, non possiamo credere di poter sopravvivere per sempre in quello stadio, ma dobbiamo puntare a rompere e vincere l’assedio».

Con buona pace dell’Asp, commissariata fino a settembre per 2 anni anche per indagini che riguardano l’ospedale lametino, che a quel punto avrebbe 2 soli ospedali, Soveria Mannelli e Soverato, e piani aziendali e di personale da rifare.

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