Vaccinazioni in azienda, firmato il protocollo di intesa in Regione “indipendentemente dall’età dei lavoratori” ma dalla “disponibilità dei vaccini”

Il piano vaccinale aziendale «dovrà essere inviato all’Azienda sanitaria territorialmente competente»

Più informazioni su

    È stato firmato questa mattina, nella Cittadella regionale “Jole Santelli” di Catanzaro, il protocollo d’intesa che definisce le modalità per l’estensione della campagna vaccinale anti-Covid alle attività economiche e produttive del territorio calabrese. L’accordo è stato sottoscritto dal presidente della Regione, Nino Spirlì, dall’assessore regionale al Lavoro, Fausto Orsomarso, dal commissario della Sanità, Guido Longo, dal dirigente generale della dipartimento Tutela della salute, Giacomino Brancati, e dai vari rappresentanti delle sigle sindacali.

    «Quello firmato oggi con tutti i rappresentanti delle attività del commercio, dell’artigianato e dell’industria – spiega il presidente Spirlì – è un accordo importante, attraverso il quale vogliamo garantire la vaccinazione agli operatori direttamente nelle sedi del lavoro».

    «Con encomiabile spirito di collaborazione e solidarietà – aggiunge il presidente –, i rappresentanti della media e grande produzione hanno messo a disposizione, assieme all’Inail, i locali e gli strumenti per garantire anche alle attività più piccole di partecipare alla campagna vaccinale senza particolare disagi».

    «Questa di oggi – conclude Spirlì – è un’altra prova che la Calabria è in movimento e che l’amministrazione regionale è attiva al fine di tutelare sempre di più i suoi cittadini».

    Il protocollo – in considerazione delle indicazioni adottate lo scorso 8 aprile dai ministeri della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali, d’intesa con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con il commissario straordinario e con il contributo tecnico-scientifico dell’Inail – disciplina il rapporto di collaborazione tra la Regione Calabria e gli organismi firmatari per l’estensione della campagna vaccinale anti-Covid alle attività economiche e produttive del territorio.

    «I datori di lavoro – è scritto nell’intesa – possono manifestare la disponibilità ad attuare i piani aziendali per la predisposizioni delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne hanno fatto richiesta». Inoltre, si potrà procedere alla somministrazione in azienda «indipendentemente dall’età dei lavoratori, a patto che vi sia disponibilità dei vaccini».

    «Il personale coinvolto nelle operazioni di vaccinazioni – riporta ancora il testo – dovrà effettuerà il corso “Fad Eduiss”, che verrà integrato con uno specifico modulo per le vaccinazioni nei luoghi di lavoro a cura di Inail, in collaborazione con il Istituto superiore di sanità».

    Il piano vaccinale aziendale «dovrà essere inviato all’Azienda sanitaria territorialmente competente», che avrà cura di comunicare «i tempi e le modalità di consegna dei vaccini, di dispositivi per la somministrazione, della messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti informatici per la registrazione dell’attività vaccinale».

    In alternativa alla modalità di vaccinazione diretta, i datori di lavoro che intendono ricorrere a strutture sanitarie private «possono stipulare una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, a esclusione della fornitura dei vaccini e dei dispositivi per la somministrazione che viene assicurata dai servizi sanitari regionali territorialmente competenti».

    I datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente o che non possano fare ricorso a centri privati «possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail».

    Più informazioni su