Reparti aperti alle visite e migliore comunicazione chiesti all’Asp da Tdm e Cittadinanzattiva lametine

Se i protocolli sono nazionali, secondo i due esponenti associativi basterebbe una circolare del direttore generale

Dopo i pareri clinici, arrivano anche quelli gestionali da parte di Fiore Isabella e Felice Lentidoro, rispettivamente Responsabile Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia Terme e Segretario Territoriale Cittadinanzattiva di Lamezia Terme.

Contestando come le mail inviate al direttore sanitario non abbiano risposta, si scrive così all’attuale direttore generale dell’Asp, ritenendo che «sia indispensabile un recupero, all’interno dei reparti del nostro ospedale, della relazionalità intrafamiliare, adeguatamente regolata e protetta, a beneficio delle persone sofferenti che necessitano di cure farmacologiche ma anche, e soprattutto, di superare la regressione pandemica della comunicazione. La solitudine, percepita come abbandono e vuoto di relazione, spesso diviene l’anticamera della depressione».

Se i protocolli sono nazionali, secondo i due esponenti associativi servirebbe, citando le modifiche apportate al Decreto-Legge 22 Aprile 2021 n. 52, dall’art. 4, comma 1, lettera b del Decreto Legge n. 105 del 23 Luglio 2021, «una Circolare che espliciti, facendo riferimento alla norma sopra citata che di fatto abroga alcune precedenti restrizioni, il diritto delle famiglie a visitare i propri cari in regime di ricovero e ad essere informati sistematicamente delle loro condizioni»

L’articolo citato però indica che «è consentito agli accompagnatori dei pazienti non affetti da Covid-19, muniti delle certificazioni verdi Covid-19 di cui all’articolo 9, nonché agli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti d’emergenza e accettazione e dei reparti di pronto soccorso nonché’

dei reparti delle strutture ospedaliere. La direzione sanitaria della struttura e’ tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione». Non entrare quindi nei reparti, come previsto invece per «gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3,comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104», cui «è sempre consentito prestare assistenza, anche nel reparto di degenza, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura».

Si chiede così di «dotare gli operatori sanitari degli strumenti, anche culturali, che facilitino la comunicazione del degente e non la ostacolino. La comunicazione non è, infatti, un mito regressivo ma è l’esigenza insopprimibile di raggiungere l’altro nel suo silenzio per scoprirne il senso».