Sui contagi che aumentano anche nelle scuole le associazioni chiamano in causa il consiglio comunale che non ha poteri

Si rimarcano i problemi aziendali e normativi, ma si chiede l'intervento della politica locale

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«Desta forte preoccupazione il costante aumento dei contagi da Covid-19 in Calabria, con una curva tornata a risalire nei vari parametri: nell’arco degli ultimi giorni sono infatti considerevolmente aumentati i nuovi casi, con sempre maggiori preoccupazioni, soprattutto nell’area del Lametino». Questo quanto emerge dalla riunione del Tavolo tecnico-sociale permanente sulla Sanità pubblica istituito dalla Società Italiana di Promozione della Salute Delegazione Calabria, a cui hanno aderito il Coordinamento 19 Marzo e diverse Associazioni e professionisti sanitari.

Un’impennata di contagi che sta interessando molte zone d’Italia e che sta mettendo a dura prova le Aziende Sanitarie della Calabria, le quali avrebbero bisogno di più operatori dedicati ai tamponi e ai processi di contact tracing per dare risposte più rapide alle famiglie. Auspicio che però deve tenere sempre conto dei vari limiti aziendali in atto.

«Per quanto riguarda più da vicino il Lametino, la maggiore incidenza dei casi si riscontra – cosi come confermato dal monitoraggio settimanale – negli Istituti scolastici» sostiene il comunicato stampa, lamentando che «da un lato, aumentano i contagi specie tra bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado, le scuole si mostrano in crisi nel gestire le quarantene e le Aziende Sanitarie sono in affanno soprattutto con le suddette attività, mentre, dall’altro, a causa di procedure lente e macchinose dovute ai Protocolli ed alle Circolari – succedutesi anche in contraddizione – del Ministero della Salute di Novembre scorso che mettono in seria difficoltà, oltre i Dirigenti Scolastici, gli operatori: non funziona il meccanismo dei due tamponi, di cui uno subito (T0) effettuato, in caso di soggetto positivo in classe, per il rientro a scuola (in caso di negatività) e il successivo dopo cinque giorni (T5) sugli stessi soggetti. Infatti, anche a causa dell’assenza della figura dell’infermiere scolastico, tra l’impossibilità di gestire due tamponi che spesso finiscono col sovrapporsi e il numero di casi in costante aumento, si assumono rischi, tra gli altri, di perdere giorni che mettono in crisi il tracciamento».

E mentre gli attori in causa sono quelli sanitari, quindi l’Asp, il tavolo si rivolge al consiglio comunale, che non ha alcun potere di deliberare se non quello di chiedere informazioni.

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