Personale sanitario ridotto al minimo e richieste al massimo, sui tamponi da processare ora anche l’incognita reagenti

La microbiologia lametina lavora solo la mattina, garantendo una media di circa 200 tamponi giornalieri processati, stima che potrebbe essere almeno raddoppiata con “rinforzi interni” dagli altri laboratori presenti nella competenza dell'azienda, per arrivare ad un'operatività quindi di 12 ore in presenza.

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Dopo due anni di pandemia, e l’andamento ondivago del numero di contagi, ancora è da assestare al meglio la sanità calabrese, compresa quella che fa riferimento al vasto territorio lametino, in merito a come tracciare i nuovi positivi.

La situazione rispetto ad inizio pandemia sembrava essere migliorata nel tempo, ma negli ultimi giorni in tutta Italia è stato rallentato il tracciamento, la corsa ai tamponi rapidi effettuati nelle farmacie e laboratori privati ha creato un ingorgo in ingresso anche all’Asp di Catanzaro per le richieste di tamponi molecolari necessari alla conferma della positività o per l’uscita dalla quarantena.

File di ore quindi per poter effettuare il tampone, lunghe attese anche per avere la prenotazione dello stesso per via dell’elevato numero di richieste, e risultati non immediati poiché gli stessi tamponi spesso sono processati non più a Lamezia Terme ma a Catanzaro, per carenza di personale nel presidio lametino.

Un anno fa, il 30 dicembre 2020, nei locali della microbiologia lametina era arrivato un secondo macchinario in fitto semestrale da 12.000 euro per effettuare un numero maggiore di test, mentre il 28 dicembre era scaduto il contratto del dirigente biologo arrivato con incarico semestrale dalla graduatoria ancora attiva del concorso avviato dall’Asp di Crotone, ed erano state avviate le procedure per 2 tecnici sanitari di laboratorio biomedico da assumere con un contratto da 35 ore settimanali e compenso di 30 euro l’ora, con termine dell’incarico fissato con quello dello stato d’emergenza. Dopo 365 giorni la situazione non è migliore: delle tre unità arrivate a tempo determinato e part time, una è stata assunta in pianta stabile al Pugliese, e stesso percorso è stato seguito da un tecnico, senza che il personale sia stato sostituito.

Il risultato è che il laboratorio lavora solo la mattina, garantendo una media di circa 200 tamponi giornalieri processati, stima che potrebbe essere almeno raddoppiata con “rinforzi interni” dagli altri laboratori presenti nella competenza dell’azienda, per arrivare ad un’operatività quindi di 12 ore in presenza.

I tamponi arrivano da più canali: oltre a quelli effettuati per chi deve accedere alle prestazioni ospedaliere, ci sono anche quelli di controllo effettuati a domicilio per i casi positivi accertati, cui si aggiungono quelli in versione “drive”, effettuati da un solo infermiere e che negli ultimi giorni è stato addirittura costretto a portare i tamponi eseguiti presso i laboratori dell’azienda Pugliese Ciaccio.

Quest’ultima modalità nell’arco dell’ultimo anno ha visto prima la versione nella tenda dell’esercito nel parcheggio del “Giovanni Paolo II”, poi alla scadenza dell’impegno militare una tenda della protezione civile davanti il centro vaccinale di via De Filippis, ora trasferita nel parcheggio attiguo all’ex ospedale di colle Sant’Antonio.

Un’organizzazione logistica che si è dovuta adeguare anche alla mole di richieste in arrivo, a seconda del livello della curva dei contagi in tutto il territorio, ma non ha visto rinforzi di mezzi e personale all’aumentare degli sforzi in campo.

Ultima incognita è poi quella già vista nella prima ondata: i risultati dei tamponi rischiano di essere ulteriormente rallentati anche dalla carenza di reagenti, che per quanto riferito ad alcuni pazienti potrebbero essere in via di esaurimento nei prossimi giorni.

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