L’Asp di Catanzaro li inquadra come amministrativi, ma chiede loro di continuare ad operare professionisti sanitari

In Terza Commissione per una rappresentanza non si potrà rispondere ad un ordine di servizio che a figure amministrative chiede terapie e responsabilità da professionisti sanitari.

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Sono 10 i professionisti sul territorio lametino per 1800 pazienti legati alla neuropsichiatria infantile, ma dopo anni di contestazioni da circa un mese si trovano in un limbo: l’Asp di Catanzaro li inquadra come amministrativi, ma chiede loro di continuare ad operare come psicologici ed altre figure sanitarie.

L’atto contestato del 19 gennaio dà un inquadramento più preciso per i 57 dipendenti facenti parte del personale ex equipe socio-psico-pedagogica, ovvero un gruppo di lavoratori che dagli anni 80 comprendeva figure come assistente sociale, psicologo, pedagogista, sociologo, tecnici della riabilitazione in servizio tra scuole, Comuni, Regione e aziende sanitarie con il passare del tempo.

Una serie di passaggi burocratici e rimpalli negli anni 2000 tra Regione ed Asp aveva di fatto reso nebuloso l’inquadramento dei dipendenti in servizio, con la stessa azienda sanitaria provinciale a reputare che «la situazione dei suddetti dipendenti rimane quanto meno anomala, tenuto conto che si tratta di operatori che svolgono nell’Azienda, da anni, funzioni necessarie per lo svolgimento di determinate funzioni e compiti istituzionali alla stregua degli operatori appartenenti ai ruoli del Servizio Sanitario Nazionale e che a tutt’oggi non risultano incardinati nella struttura aziendale».

Per dirimere la vicenda si è così deciso di effettuare una disanima dei titoli posseduti da ogni singola unità per equiparare i diversi profili professionali e garantire un adeguato inquadramento nel contratto nazionale, reputando però che «per quanto riguarda il personale laureato non medico (psicologi, pedagogisti, ecc) non è possibile ipotizzare alcuna equipollenza o corrispondenza con i profili del ruolo sanitario, in quanto i relativi profili si riscontrano esclusivamente nella dirigenza sanitaria».

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La stessa Asp qualche giorno dopo tramite comunicato stampa reputava che la deliberazione n. 51 del 19/01/2022 ha inteso «porre fine ad un’annosa questione riguardante il personale dell’equipe socio-psico-pedagogica, appartenente al contingente di cui alla Legge 57/1990, transitato nell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro in esecuzione del Decreto della Regione Calabria n. 2225 del 10 marzo 2008 e successivo Decreto n. 7594 del 13 giugno 2008, a seguito del “Piano di trasferimento” approvato dalla Giunta Regionale con atto n. 620 del 28 settembre 2007. Si tratta in particolare di operatori che da anni espletano nell’Asp attività necessarie per lo svolgimento di determinate funzioni e compiti istituzionali, alla stregua degli operatori appartenenti ai ruoli del Servizio sanitario nazionale, ma che a tutt’oggi non possono essere incardinati nella dotazione organica dell’Azienda, in quanto “mantengono l’inquadramento giuridico ed economico definito dalla Regione Calabria in applicazione del Contratto collettivo nazionale del lavoro del personale delle Regioni ed Enti locali”, così come chiarito dal dirigente generale pro tempore del Dipartimento Organizzazione risorse umane della Regione con nota prot. n. 97675 del 21.3.2021. Ecco perché la deliberazione dell’Asp è stata adottata a salvaguardia e tutela della professione e dei professionisti iscritti all’Ordine, non essendo possibile operare, anche alla luce delle numerose sentenze in materia, un’equiparazione fra i diversi profili professionali di inquadramento previsti dai Contratti collettivi nazionali del lavoro dei diversi comparti di contrattazione, tenendo conto delle mansioni, dei compiti, delle responsabilità, dei titoli di accesso relativi alle qualifiche, della categoria nonché delle declaratorie costruite sulla base della competenza richiesta per svolgere le mansioni pertinenti a ciascuna di esse».

Si precisava così che «proprio per riconoscere un ruolo a questi professionisti, l’Asp di Catanzaro ha deciso di adibirli alle mansioni equivalenti nell’ambito della classificazione professionale prevista dalla deliberazione della Giunta Regionale n. 651 del 24/07/2001 e successive modifiche e integrazioni, restando assolutamente immutate le funzioni di fatto fino ad oggi svolte».

In Terza Commissione una rappresentanza degli operatori non è però dello stesso avviso, spiegando che non si potrà rispondere ad un ordine di servizio che da un lato parla di figure amministrative e dall’altro chiede di eseguire terapie e prendere responsabilità da professionisti sanitari.

Riepilogando tutte le varie competenze ed attività, tra responsabilità burocratiche (come le valutazioni da esprimere per accedere al percorso verso la legge 104 ed il sostegno scolastico) e sanitarie in funzione delle necessarie del bambino anche nel percorso scolastico, si delinea così anche le potenziali ripercussioni di un contenzioso che comporti l’assenza di assistenza a 1940 bambini venendo meno l’assistenza degli psicologi demansionati da dover sostituire.

Altro paradosso denunciato è che l’Asp non abbia riconosciuto ad oggi nessuna anzianità di servizio in caso di concorsi, né adeguamento di stipendio, ma parimenti chieda di proseguire nelle terapie con un in inquadramento non sanitario ma amministrativo mentre in parallelo si stanno concludendo i lavori dei nuovi locali che ospiteranno la riabilitazione dei piccoli pazienti con liste di attesa lunghissime (ogni percorso di affiancamento dura diversi anni, quindi difficilmente si aprono nuovi posti) e poche alternative convenzionate in loco anche a pagamento.

Una vicenda burocratica ed amministrativa che non può essere di competenza comunale, e gli stessi consiglieri non escludono di dover coinvolgere Regione ed Asp di Catanzaro per trovare una soluzione che reintegri i giusti inquadramenti per le prestazioni offerte senza recare rallentamenti o disagi agli utenti già in difficoltà.

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