Problemi vecchi anche nelle nuove contestazioni per la sanità lametina secondo Salvatore De Biase

Prosegue dal fronte della politica lametina la sequela di commenti indignati, anche se a scoppio ritardato di 4 giorni, rispetto al DCA 69 del 14-03-2024.

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Prosegue dal fronte della politica lametina la sequela di commenti indignati, anche se a scoppio ritardato di 4 giorni, rispetto al DCA 69 del 14-03-2024.

Salvatore De Biase, da coordinatore locale di Forza Italia, riprende la cronistoria della nascita dell’Asp di Catanzaro, seguendo però errori di altri politici locali nell’asserire che il “Giovanni Paolo II” non sarebbe più spoke, come invece scritto più volte nel piano contestato.

«Ma i parametri per la sanità non dovrebbero essere rapportati al numero degli abitanti nei distretti sanitari, ovvero il distretto di Lamezia e non l’intera provincia?» chiede De Biase, e la risposta è l’intera area centrale della Calabria e non l’ambito lametino, visto che il piano spiega come siano 3 gli hub di riferimento, con Catanzaro che raggruppa oltre alla propria provincia anche quelle di Vibo Valentia e Crotone fin dal piano passato sotto traccia di luglio.

«Il vero progetto era ed è rimasto quello di centralizzare alcuni servizi negli ospedali hub e in particolare nella provincia di Catanzaro e sull’azienda Dulbecco», prende atto De Biase, che continua però a farne una questione di distretto sanitario ripercorrendo vecchie battaglie come la non presenza della Tin (le terapie intensive neonatali già ora sono attive solo nei 3 hub, e 4 posti a Crotone), la poca attrattività per i medici, il reparto di malattie infettive che non esiste nonostante ci fosse stata l’aggiudicazione dei lavori.

De Biase legge così i numeri regionali: «posti letto complessivi aumentati, sono 6.692 e quindi nasce la nuova rete ospedaliera,  con la quale si compone la nuova programmazione ospedaliera; 5.530 sono destinati alla cura dei pazienti acuti e integrano anche i 134 posti letto covid previsti nel decreto Rilancio (dl 34/2020 varato al deflagrare della pandemia), 1.162 sono invece i posti letto dedicati alla cura delle post acuzie». Non cita però che aumentano anche i posti letto per il “Giovanni Paolo II”, il quale non vedrà chiusura di reparti ma cambiamento del sistema come nel resto della Calabria, contestando che «si tagliano Unità organizzative complesse di ospedali hub e spoke per destinarli ad “Azienda Zero”, anche qui, detta azienda quando sarà attiva?»

La polemica di campanile arriva reputando che «dopo la nascita della “Renato Dulbecco”, nella struttura catanzarese, vi sarà anche un Centro traumi di alta specializzazione,  ed una sola struttura di Unità spinale, come da standard ministeriali», poiché «dispone in tutto le strutture di chirurgia con specialistiche varie, ovvero: 11 Strutture Complesse e 6 Strutture Semplici».

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