La Ligeia si inabissa a 4000 metri nell’Oceano Atlantico per registrare le vibrazioni della Terra

Ligea è il nome che i bambini delle classi quinte della scuola primaria di San Teodoro, nel centro storico di Lamezia Terme, hanno dato ad un sismometro posizionato alle 3 di ieri 

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    Ligea è il nome che i bambini delle classi quinte della scuola primaria di San Teodoro, nel centro storico di Lamezia Terme, hanno dato ad un sismometro posizionato alle 3 di ieri a 4000 metri di profondità  nell’Oceano Atlantico nel punto più a nord dell’Irlanda, e che registrerà per 18 mesi  le minuscole vibrazioni della Terra causate dalle onde sismiche, generate dai terremoti e dalle onde oceaniche.
    La missione di ricerca in mare aperto Sea-Seis partita il 18 settembre, attualmente a bordo del Celtic Explorer  che utilizza sismometri nell’Atlantico come parte di un ambizioso progetto di mappatura della terra sotto le acque atlantiche dell’Irlanda, ha iniziato a coinvolgere scuole in Irlanda  e nel mondo con l’obiettivo di promuovere consapevolezza e apprezzamento per la scienza e la ricerca nei giovani.
    A questa selezione hanno partecipato i piccoli alunni dell’Istituto Don Milani,  proponendo, per uno dei 18 sismometri,  un nome mitologico legato alla leggenda della sirena Ligea che con il suo canto, insieme alle sue sorelle Leucosia e Partenope, voleva ammaliare Ulisse nel suo viaggio di ritorno dalla guerra di Troia.  Purtroppo Ligea morì spiaggiata sul litorale dell’antica città di Terina e di lei rimase traccia nelle monete coniate tra i il VI e il V sec. a.C.
    Un’opportunità fantastica ed unica, quindi, per i bambini, che, insieme alle  maestre referenti  Giulia e Felicia Costanzo,  hanno aderito al progetto e  seguono, giorno per giorno, il percorso della Celtic Explorer comunicando anche via web con i ricercatori, rivolgendo  domande in inglese e inviando i loro elaborati (racconti, disegni, cartelloni). Il team SEA-SEIS si è collegato mercoledì  tramite video link con le aule della scuola primaria  Don Milani e Raffaele Bonadio e  Laura Bérdi, ricercatori dell’Istituto di Studi Avanzati di Bublino, hanno risposto  alle domande degli studenti condividendo alcune delle loro esperienze sul come si può fare scienza in mare e più in generale sulla vita a bordo di una nave da ricerca nell’Atlantico.

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