Scuola laboratorio di cittadinanza, lunedì Lamezia bene comune incontra il preside Ludovico Arte 

I pilastri del progetto fiorentino sono: innovazione tecnologica, ampliamento dell’offerta formativa,  accoglienza,  spazi di apprendimento,  sburocratizzazione

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    Innovazione tecnologica, ampliamento dell’offerta formativa,  accoglienza,  spazi di apprendimento,  sburocratizzazione. Sono i 5 pilastri su cui si fonda il nuovo modo di fare di scuola avviato da Ludovico Arte, preside dell’istituto tecnico statale per il turismo “Marco Polo” di Firenze, che sarà a Lamezia Terme lunedì a partire dalle 17 nell’ambito di un’iniziativa promossa dal movimento “Lamezia bene comune” in collaborazione con i Partigiani della Scuola
    L’esperienza scolastica fortemente innovativa, che ha visto l’istituto superiore fiorentino distinguersi a livello nazionale come una comunità scolastica aperta ai cambiamenti e che ha fatto dell’accoglienza e delle relazioni i suoi tratti distintivi, è stata raccontata nel docufilm “Marco Polo. Un anno tra i banchi di scuola” di Duccio Chiarini. Il docufilm, presentato già a Firenze e al festival del cinema di Roma, sarà presentato a Lamezia in anteprima per la Calabria nella sede del movimento su Corso Giovanni Nicotera.
    Proposte e spunti a partire dall’esperienza del “Marco Polo” daranno vita, dopo la proiezione del documentario, a un dibattito in cui interverranno, oltre allo stesso Ludovico Arte, Daniela Grandinetti di Lamezia Bene Comune, Gianfranca Bevilacqua dei Partigiani della Scuola Pubblica e Francesco Polopoli docente del liceo classico Fiorentino.
    Riguardo alla sua idea di scuola e al percorso portato avanti in questi anni al “Marco Polo”, Ludovico Arte ha spiegato che «ci sono molte belle esperienze di scuola e tante persone che mettono intelligenza e passione nell’educazione. Bisognerebbe conoscerle e valorizzarle di più. Secondo me la prima azione di cambiamento dovrebbe essere quella di darsi un’identità e avere il coraggio di fare precise scelte educative. Cosa che non avviene spesso. Dovremmo poi ricordarci che la scuola pubblica è il luogo di tutti: adulti e ragazzi, ricchi e poveri, italiani e stranieri, dotati e meno dotati. E’ quindi un laboratorio di convivenza civile, particolarmente prezioso in questo momento di forti conflitti e divisioni nella società. E’ soprattutto questo il senso del lavoro che stiamo facendo al Marco Polo. Proporre una scuola di qualità, dove si insegna e si impara volentieri perché ci si prende cura delle persone».

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