Incontro online con le istituzioni organizzato dal liceo Campanella per illustrare i vari ambiti della violenza di genere

Forze dell'ordine, ambito sanitario, giudiziario, vittime e assistenza hanno descritto il proprio ruolo

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Il Liceo “Tommaso Campanella”, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e di genere, ha organizzato un incontro online con le istituzioni, i cui interventi sono stati intervallati da interpretazioni musicali da parte degli studenti dell’istituto.

«Storie di dolore che diventano di rinascita» le definisce Carmela Dromi, referente educazione civica, introducendo dopo i saluti della dirigente Susanna Mustari la video intervista a Maria Antonietta Rositani, donna vittima di violenza da parte del marito finita in ospedale dopo il tentativo di omicidio subito in auto sulla strada per andare a denunciare il tutto ai carabinieri, con l’uomo a provare a bruciare viva l’ex compagna che solo ieri ha potuto abbandonare l’ospedale dopo le ustioni subite.

Sul tema dei diritti dei minori, vittime spesso all’interno delle violenze domestiche, si concentra Maria Alessandra Ruberto, procuratore capo Tribunale dei Minori di Catanzaro, ricordando che «la violenza contro le donne è presente sia nella giurisdizione europea che italiana, è particolare perché trasversale nei vari contesti sociali» rimarcando come «esistono meccanismi di protezione, e di allontanamento delle vittime dai contesti violenti» ma anche «la necessità di una rete che prenda in carico tutto il nucleo familiare, compresi i minori che assistendo a queste forme di violenza sono a loro volta parte offesa, necessitando di supporto sia fisico che psicologico».

La Ruberto valuta che «la scuola deve essere il primo settore ad intercettare casi di disagio, perché la denuncia è l’unica strada che si può seguire per contrastare la violenza di genere nell’ambito domestico».

La docente Daniela Grandinetti ha letto il brano “lettera a mia madre”, la psicologa e psicoterapeuta Maria Concetta Cristiano ha invece approfondito gli aspetti psicologici della violenza sulle donne, sia in merito alle cause patologiche che possono essere dietro le aggressioni, che i 3 modi di reazione (freezing, panico disorganizzato, paura funzionale)

Gabriello Reillo, magistrato e vicepresidente nazionale dell’associazione Donne Magistrato Italiane, si è invece concentrata sul Codice Rosso: «il fenomeno è trasversale in tutta Europa, retaggio di una cultura maschilista dominante. In Italia il 2020 ha visto 91 femminicidi, di cui 44 nel periodo di lockdown, numeri che non vanno sottovalutati. Lamezia Terme non registra un numero elevato di femminicidi o violenze di gruppo, ma crescono i maltrattamenti reiterati in famiglia, con tramite il codice rosso una reazione rapida dello Stato che riesce a dare entro 3 giorni una risposta alla denuncia».

Si passa poi a relazionare sull’evoluzione del reato di stalking, revenge porn (1000 le denunce in Italia nel 2020), invitando a «non colpevolizzare le vittime, un modo di pensare sbagliato troppo diffuso ancora oggi. Spesso, purtroppo, l’epilogo di questa pressione sociale è il ritorno nell’inferno domestico, se non conseguenze più tragiche».

Sul percorso rosa, ed il ruolo del medico nel caso della violenza di genere, risponde la referente per l’Asp di Catanzaro e Regione Calabria, Caterina Ermio. La direttrice facente funzioni della neurologia lametina spiega che «non è sempre facile mettere a proprio agio la vittima, per questo abbiamo spinto per avere una stanza dedicata che accogliesse al meglio. Il percorso ci ha permesso di avere dati aggiornati e contestualizzati, per migliorare anche l’assistenza e cogliere i segnali prima che sia troppo tardi».

L’auspicio della professionista è «quello di avere anche a Lamezia Terme oltre ad un centro antiviolenza la creazione di ambienti sicuri per accogliere le donne vittime, dar loro la possibilità di creare una nuova vita».

Del centro antiviolenza Demetra si è occupata l’operatrice Roberta Cretella, illustrandone le attività di ascolto e di assistenza anche nell’inserimento nel mondo del lavoro tramite tirocini e borse lavoro quando possibile. «Il centro ha una sede fisica in via Garibaldi, ma la maggioranza dei contatti arriva via telefono, mail o tramite la pagina Facebook», precisa l’operatrice, «il che ha permesso di rimodulare l’assistenza anche durante questa pandemia».

A chiudere la serie di interventi Maria Gaetana Ventriglia del commissariato della polizia, illustrando il protocollo Eva, e rimarcando come Lamezia Terme ha in Procura 2 pubblici ministeri che seguono i reati di tale tipo. Altro strumento per le denunce, oltre ai canali più classici, anche l’applicazione YouPol per segnalazioni che riguardino ambiti più vicini ai giovani come bullismo, spaccio, violenza.

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