Studentessa scrive a Spirlì contro il ritorno pieno in presenza alle superiori, ma la scelta è nazionale

Secondo la maturanda gli studenti non avrebbero più il ritmo del consueto anno scolastico, avendo gli istituti superiori non frequentato al 100% in presenza

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In didattica a distanza mista da inizio anno scolastico, l’ipotesi di un ritorno in presenza al 100% prospettato dal Governo dove la situazione sanitaria lo consenta trova il dissenso di una studentessa del liceo Tommaso campanella di Lamezia Terme del 5° anno, che però lo esprime al presidente facente funzioni della Regione, Spirlì, ente a cui spetta seguire le direttive nazionali.

La stessa studentessa palesa di non avere certezza se il rientro in aula riguarderà anche gli istituti superiori, mancando sia il decreto che le prospettive su che zona avrà la Calabria dal 26 aprile in poi, contestando: «con che coraggio, dopo un anno e mezzo di Dad, si possa proporre una cosa del genere ad un mese dal termine della scuola. Questa decisione implicherà per noi alunni un riadattamento non da poco, che sarà sconveniente per tutti, soprattutto per coloro che dovranno affrontare un esame, la cui preparazione ci sta levando l’anima a causa dello stress psicologico costante a cui siamo sottoposti».

L’esame di maturità, fonte di preoccupazione anche prima della pandemia, secondo la studentessa sarebbe più complesso poiché «siamo oramai abituati a dei ritmi che con il rientro verrebbero totalmente ribaltati. Saremo più stanchi, in quanto non più abituati ad alzarci alle 5 del mattino per raggiungere le scuole, le quali per la maggior parte degli alunni sono fuori dal proprio paese. Questo causerà una maggiore stanchezza che ci porterà ad essere meno efficienti nello studio e di conseguenza nel prepararci come si deve ad un esame, che sembra più semplificato rispetto al “normale”, ma che le assicuro che con tutte le introduzioni e novità apportate quest’anno (quali curriculum dello studente, una materia in più ovvero educazione civica..), tutt’altro è che semplificato».

La studentessa contestualizza anche la situazione a Lamezia Terme, reputando che «i casi hanno subito una crescita notevole e io, come moltissimi altri studenti, non ci sentiamo di andare incontro ad una probabilità molto più alta di contrarre il virus», anche se l’ipotesi 50% in presenza vorrebbe dire confermare l’attuale sistema seguito nel corso dell’anno quando il quadro epidemiologico lo consentiva.

La studentessa quindi chiede a Spirlì di «mantenere la possibilità di far scegliere liberamente ad ogni famiglia se mandare o meno i ragazzi in presenza», scelta che il facente funzioni non ha per via della gerarchia delle fonti.

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