Il dialogo interculturale al centro di una tavola rotonda presso l’Istituto universitario “Città di Lamezia”

L'istituto lametino formerà dei mediatori linguistici, con particolari competenze in materia di sicurezza sul lavoro

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Si terrà domani alle 9,30, presso l’Aula Magna dell’istituto universitario “Città di Lamezia”, una tavola rotonda su “Pace e dialogo – Lamezia Mediterranea” che sarà coordinata dall’avvocato Luisa Cimino.

All’apertura dei lavori porteranno i saluti :

  • Paolo Mascaro – Sindaco di Lamezia Terme
  • Valentina Cuda – Sindaco di Pianopoli
  • Pietro Raso – Consigliere Regionale
  • Roberto Formigoni – Presidente onorario Università Uniarco Nazionale
  • Mario Perri – Vice Presidente Uniarco ente gestore dell’Istituto “Città di Lamezia”

Il tema del dialogo interreligioso, oggetto della tavola rotonda coordinata dall’avvocato Luisa Cimino, sarà trattato dai relatori:

  • Yassine Lafram – Presidente UCOIL – Unione delle comunità islamiche d’Italia;
  • Don Antonio Stranges – Segretario regionale conferenza episcoplae Calabria per l’ecumenismo ed il dialogo interregionale;
  • Amed Berraau – Presidente associazione Doowa Odv e refente Ucoil sezione Calabria

«Siamo particolarmente soddisfatti di ospitare questa tavola rotonda nella nostra aula magna – dichiara il Presidente di ES.A.AR.CO. Daniele Scalise – perché il dialogo interculturale e l’integrazione dei lavoratori extracomunitari sono al centro della nostra attività sindacale, portata avanti in tutta Italia, nonché alla base della scelta di istituire a Lamezia una Scuola Superiore per Mediatori Linguistici gestita dalla Società Uniarco S.r.l., che gestisce già da anni analoghi istituti universitari a Cuneo e Pinerolo».

Si reputa che «l’istituto universitario di Lamezia, unico in Italia, formerà dei mediatori linguistici, con particolari competenze in materia di sicurezza sul lavoro, che potranno trovare immediatamente lavoro nel campo della formazione professionale per la fortissima richiesta di formatori in lingua per i lavoratori extracomunitari presenti nelle aziende italiane».

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