Flash mob per la libertà in solidarietà alle donne iraniane al Polo Tecnologico “Rambaldi” foto

La poesia “Canto beduino” di Giuseppe Ungaretti è stata declamata dalla professoressa Artemisia Pedatella, con l’esposizione di una rappresentazione grafica realizzata dal docente Maurizio Gullà

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Nel giorno in cui in tutta Italia Amnesty International dà il via alle manifestazioni a sostegno delle migliaia di cittadini iraniani in rivolta dopo la morte della giovane Mahsa Amini, le studentesse del Polo Tecnologico “Carlo Rambaldi” hanno dato vita a un flash mob nel cortile interno della scuola, rilanciando le parole chiave di una battaglia di umanità e di civiltà che non può lasciare nessuno indifferente: donne, vita, libertà.

Generico ottobre 2022

Vestite di nero e indossando sul capo dei foulard colorati le studentesse hanno raggiunto il centro del cortile e, nello stesso momento, hanno lanciato insieme i foulard in aria, creando un mosaico di colori, simbolo di libertà e vita, in contrapposizione al nero della negazione dei diritti e dell’oppressione. Un gesto simbolico per ribadire un messaggio chiaro: le scelte di libertà contro le scelte imposte, il diritto di essere se stessi contro la repressione e la violenza che ha colpito Mahsa Amini, picchiata e molto probabilmente uccisa per una ciocca di capelli fuori dal velo, e ora migliaia di cittadini iraniani che stanno protestando pacificamente.

La poesia “Canto beduino” di Giuseppe Ungaretti declamata dalla professoressa Artemisia Pedatella, attrice e regista, e l’esposizione di una rappresentazione grafica realizzata dal docente Maurizio Gullà hanno ricreato nel cortile dell’istituto lametino una coreografia che, da Lamezia, attraverso le studentesse del Rambaldi, lancia un messaggio di solidarietà alle donne e a tutta la popolazione iraniana e di consapevolezza di una battaglia per i diritti e le libertà da portare avanti ogni giorno, a cominciare dalle proprie realtà e dal proprio territorio.

Un’iniziativa attraverso la quale, ha detto la dirigente Anna Primavera rivolgendosi alle studentesse, “voi ci avete messo la faccia, un gesto che oggi è sempre meno frequente: si preferisce scrivere sui social. Il vostro è un gesto di sorellanza verso tutte le donne iraniane che stanno lottando per i loro diritti e la loro libertà, a prezzo della loro stessa vita. Non sta a noi giudicare le altre culture, ma possiamo e dobbiamo stare dalla parte dei diritti, della libertà, principio inalienabile in ogni cultura, in ogni popolo, in ogni religione”.

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