Anche gli studenti lametini dell’IIS “Costanzo” in prima linea contro la violenza di genere

La manifestazione si è svolta all’aperto, presso i locali della scuola in via Savutano

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Il 25 novembre anche l’IIS “Costanzo” sede di Lamezia Terme si è tinto di rosso e si è fatto artefice di un’iniziativa che, proposta dai rappresentanti degli studenti, è stata ben accolta dai responsabili di sede, Fabiola De Fazio e Sergio Lagrotteria, e da tutto il corpo docente. L’attività è stato il momento conclusivo di una serie di iniziative di sensibilizzazione già avviate nelle precedenti giornate scolastiche e volute dalla Dirigente dell’Istituto, Maria Francesca Amendola, allo scopo di far riflettere gli alunni su una tematica tanto importante e, purtroppo, ancora tanto attuale.

La manifestazione si è svolta all’aperto, presso i locali della scuola in via Savutano. La mattinata è iniziata con un flash mob. Gli studenti, ciascuno provvisto di un fiocco bianco, simbolo di un impegno personale a non commettere mai violenza contro le donne, si sono disposti l’uno accanto all’altro con in mano striscioni a tema.

Dopo un minuto di silenzio per commemorare le donne vittime di violenze, alcune alunne dell’Istituto hanno letto, parlando in prima persona, testimonianze di donne che hanno subito violenza per mano del marito, del fidanzato, di un ex partner o di un familiare. Come sfondo i ragazzi hanno scelto la canzone di Ermal Meta “Vietato morire”, un testo dedicato al tema della violenza domestica, in ogni sua forma. Le ragazze hanno indossato una maglietta di colore rosso e si sono prese per mano fra gli applausi dei loro compagni.

Maria Pia Tripodi, rappresentante d’Istituto, rivolgendosi ai presenti ha commentato: «cascate di scarpe rosse, come il sangue versato da tante donne innocenti, non bastano a richiamare l’attenzione su un fenomeno tanto complesso. Uomini e donne, con grido corale, dobbiamo dire no a ogni forma di violenza e di abuso. Oggi non dobbiamo commemorare solo le vittime. Invito uomini e donne a fare rete per cercare soluzioni affinché le donne non siano più uccise perché donne».

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