Parti politiche ancora divise sull’iter dell’ex cantina sociale messa in vendita ufficialmente dalla terna commissariale

Il tutto a circa 2 anni di silenzio dalla determina del 27 gennaio 2020 con cui si dava una prima proposta di aggiudicazione della vendita di 4 degli 11 lotti messi all'asta

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Sull’ex cantina sociale è aspra la dialettica mediatica tra le parti politiche, mentre meno interessata sembra essere la cittadinanza. Se così da un lato amministrazione comunale, sindaco e progettista danno una loro versione della ricostruzione della vendita e procedura di riconversione dello stabile, dall’altro parte del centrosinistra, con in aggiunta in ultimo anche l’ex sindaco Gianni Speranza, ne danno un’altra.

Due i versanti di scontro: da un lato chi abbia realmente venduto l’ex cantina sociale e a che cifra, ambito amministrativo che è diverso da chi abbia inserito il bene nell’elenco di quelli alienabili (obbligo di legge che per altro si ripete ad ogni bilancio di previsione annualmente); dall’altro la legittimità della pratica edilizia, con interpretazioni diverse delle norme regionali e lavori di abbattimento da parte della società privata che ha di fatto già pagato il bene con lo scopo commerciale e non più quello di opificio industriale.

Nella lotta delle parti sul primo aspetto, almeno, viene in aiuto l’amministrazione trasparente del sito internet comunale, che dà una versione che non chiama in causa nessuna delle due correnti politiche.

Il 18 settembre 2019 veniva infatti pubblicato l’avviso con il quale l’Amministrazione comunale di Lamezia Terme «in conformità alla deliberazione di Giunta Comunale n° 5 del 07/03/2019, con la quale è stato approvato il Piano delle alienazioni immobiliari per l’anno 2019, parte integrante al DUP 2019/2021; alla Determinazione Dirigenziale n° 947 del 18/09/2019, con la quale è stato approvato il presente Avviso, indice un esperimento di vendita, mediante pubblico incanto, dei beni patrimoniali di seguito elencati», con al lotto 9 “Cantina Sociale in loc. Prunia, censito al Catasto Terreni al foglio di mappa n° 84 sezione Sambiase p.lla 1966 – qualità Ente Urbano – superficie are 94 ca 17” descritto come “opificio industriale dismesso in stato di abbandono, con area di pertinenza”.

Le elezioni amministrative che avrebbero visto avviarsi il secondo mandato dell’amministrazione Mascaro sarebbero arrivate solo a novembre (l’insediamento del sindaco è avvenuto il 5 dicembre 2019), quindi almeno da un punto amministrativo è stata la terna commissariale a mettere in vendita l’ex cantina sociale (entro il termine perentorio fissato per la ricezione delle offerte, le 12 del 31/12/2019, unica offerta presentata era stata quella dell'”A.C. 1931 srl” al prezzo di 1.230.010 euro), specificando anche come caratteristiche che «urbanisticamente l’immobile nell’attuale PRG ricade, per mq 7.987 in zona Territoriale Omogenea “D1” e per mq 1.430 in “Fascia di rispetto ferroviario”, con destinazione d’uso corrente di opificio industriale con le ipotesi d’intervento previste dalla Legge Regionale n°21 del 11/08/2010 e ss.mm.ii. (piano casa), valida fino al 31/12/2020».

Sul cambio di uso il terreno del contendere e dei toni è quello che alza i decibel, con richieste di parte del centrosinistra ed alcune sigle civiche di annullare la concessione edilizia, il tutto a circa 2 anni di silenzio dalla determina del 27 gennaio 2020 con cui si dava una prima proposta di aggiudicazione della vendita di 4 degli 11 lotti messi all’asta.

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