Palagatti e polivalente Impastato prossimi all’apertura, sulle altre strutture sportive lametine rimangono incertezze

Più di un pezzo non torna per i problemi legati al Covid, alla carenza di personale, ai problemi strutturali, ai vincoli normativi

Più informazioni su

Sulle strutture sportive lametine rimangono grosse incertezze sia sul presente che l’immediato futuro, con l’assessore allo sport, Luisa Vaccaro, a cercare di aggiornare la situazione in commissione consiliare, ma senza la controparte amministrativa data l’assenza della dirigente Aiello.

Sul caso della convenzione in atto sulla gestione della piscina la palla è ancora nella metà campo della dirigente Aiello, che non è presente in commissione poiché impegnata in altre pratiche dall’altra parte del cortile.

L’aggiornamento dalla componente della giunta Mascaro è che questa mattina i vigili del fuoco e l’ingegnere Esposito hanno effettuato la commissione per poter riaprire il Palagatti, ipotizzando così di poter spostare alcune squadre di volley in quello stabile una volta che sarà adeguato alle esigenze e si avrà un affidamento temporaneo iniziale.

Valutazioni si stanno facendo anche sulla palestra della scuola media Fiorentino, ma sui nuovi bandi di gestione è ancora tutto in alto mare: andato in pensione Zubba, l’ufficio sport è rimasto vuoto di personale, con uno spostamento temporaneo avvenuto solo recentemente. Rimane anche lo stallo sull’aggiornamento delle tariffe di uso, con le altre palestre scolastiche che rimangono aperte la mattina per gli alunni e non il pomeriggio per carenza documentale che non può essere risolta dall’unico tecnico che vede sul proprio tavolo una serie di altre pratiche.

Anche il Palasparti ha l’esigenza di rinnovare il parquet (sarà riproposto nel bando sport e periferie il progetto di adeguamento generale della struttura per il quale la terna commissariale ha perso il mutuo con il credito sportivo), dovendo mantenere anche però l’obbligo di essere polivalente per diversi sport (calcio a 5, basket, pallavolo sono prossime ad iniziare i propri campionati), con i danni strutturali che diventerebbero sanzioni per le varie società. Sull’ambito organizzativo c’è poi il conflitto interno tra tutte le società di sport indoor che ad oggi hanno come unico campo agibile il Palasparti, non potendo così accontentare tutti anche per le norme di sanificazione necessarie per i vari protocolli Covid-19. In questo campo dovrebbe rientrare anche il nuovo palasport di via del Progresso, che però ha dimensioni maggiori ed a oggi è ancora incompiuto tra gli interventi di viabilità che dovrebbero essere finanziati dai Cis, un bando per gli arredi e strumentazioni interne fermo tra giunta ed uffici, ed uno di gestione che senza una struttura “chiavi in mano” non potrà essere emanato né ad oggi è appetibile per le società lametine esistenti.

Sugli altri impianti si comunica che per il Palasavutano manca ancora la fase con i vigili del fuoco per l’agibilità e, portata a termine l’assegnazione triennale della gestione dei parchi, alla Malgrado Tutto spetterà anche l’apertura del campo polivalente all’interno del parco Impastato, altra struttura che deve però vedere concluso il proprio iter burocratico.

Ci sono poi casi di “sport esodati” come la scherma, rimasta senza una struttura in cui poter montare una pedana da 16 metri, chiedendo che si pensi a dare una sorta di priorità negli affidamenti degli spazi orari alle società che non hanno l’opportunità di usare altri impianti.

In tale ambito l’assessore ricorda il bando sport e periferie, in scadenza a fine mese, per il quale il Comune si è candidato per lavori al Palasparti, ma anche singole società avrebbero potuto avanzare proprie proposte su impianti propri o pubblici.

La situazione si trova così tra un’incudine ed un martello, tra le richieste dei consiglieri di poter velocizzare la soluzione della problematica tra impianti chiusi e la gestione da dover assegnare, e le risposte dell’assessore Vaccaro che si trova senza personale negli uffici a poter redigere gli atti necessari.

Ricordando il vigente regolamento comunale sulle strutture sportive, tra i consiglieri Piccioni contesta che dal 2016 la gestione degli impianti vada avanti di proroghe in proroghe, modus operandi amministrativo contestato in generale e non nello specifico dalla commissione di accesso che portò allo scioglimento del consiglio comunale. Si lamenta poi che nel 2020 le linee politiche siano state date solo per il bilancio e non per altri settori, esprimendo preoccupazione sia sull’attuale gestione del D’Ippolito ad opera della nuova Vigor Lamezia (al netto dei lavori già effettuati ed annunciati, ad oggi però per via Marconi non c’è stata una proroga ufficiale) che su quella degli spazi orari per gli allenamenti al Palasparti. L’esponente dell’opposizione da un lato ammette che la giunta non può mettere bocca sulle procedure amministrative, dall’altro parla di una sorta di immobilismo nel non dare una linea politica di indirizzo agli uffici sugli obiettivi da raggiungere, facendo così tornare il discorso sul fatto che senza dipendenti le linee rimangono però solo sulla carta.

Mentre la Villella rilancia la richiesta di registrare una convenzione con la Provincia per le palestre delle scuole superiori, Nicotera contesta che senza un’interlocuzione con la dirigenza non si riesca ad analizzare a pieno il problema. Pegna suggerisce di percorrere anche la strada degli affidamenti esterni, vista la penuria di personale, per superare le carenze documentali.

Nel quadro generale, quindi, più di un pezzo non torna per i problemi legati al Covid, alla carenza di personale, ai problemi strutturali, ai vincoli normativi per il piano di riequilibrio che limitano nuove assunzioni e consulenze esterne: entro fine anno si dovranno pubblicare i nuovi bandi di gestione degli impianti sportivi, ma prima giunta ed uffici dovrebbero stabilire le nuove tariffe e dichiarare quali siano gli impianti agibili; le società sportive dovrebbero riuscire ad incastrare i propri impegni, non sempre conciliabili, e far quadrare i conti tra mancati incassi e sponsorizzazioni; le scuole, comunali e provinciali, già prima erano reticenti a concedere le proprie palestre per problemi di organizzazione, aumentati ora dalla pandemia da Covid-19; i pochi dipendenti in servizio devono ragionare ancora su faldoni di carta e mancate comunicazioni tra scrivanie attigue, perché in via Perugini si registrano anche atti che rimangono sconosciuti perché chi li curava andando in pensione ha portato con sé password dei terminali o localizzazione delle pratiche, e nessuna delle due dirigenti in servizio ha una formazione tecnica; non è stata nominata la consulta dello sport, ed anche l’aggiornamento del regolamento per la sua nomina per molto tempo si è arenato nelle commissioni consiliari.

Più informazioni su