Gestioni in scadenza, nuovi protocolli sanitari ed incertezze economiche in campo per lo sport lametino foto

La pandemia immette una nuova incognita, che si aggiunge a quelle ereditate in merito all'agibilità e numero di impianti aperti

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Tra circa una settimana, ovvero il 31 gennaio, scadranno le gestioni degli impianti sportivi lametini, e come “tradizione” in via Perugini al momento la strada più plausibile da seguire sembra quella di un’ulteriore proroga semestrale alle varie società, in attesa di un bando basato su più anni e nuove tariffe. Inoltre la pandemia immette una nuova incognita, che si aggiunge a quelle ereditate in merito all’agibilità e numero di impianti aperti, il che non aiuta le società ad immaginare presente e futuro prossimo.

Decreti ministeriali, zone colorate, protocolli sanitari da rispettare, tamponi prima delle partite, difficoltà economiche aumentate con l’obbligatorietà di giocare a porte chiuse (per chi aveva un incasso, ma indirettamente anche per il mancato riscontro delle sponsorizzazioni) sono avversari in più da affrontare per ogni squadra, con anche differenze tra le diverse discipline sportive (pallavolo, calcio, futsal, basket, pattinaggio, scherma, ginnastica, pallamano per citarne solo alcune delle presenti in città). A Lamezia Terme poi la penuria di personale e la nuova gestione commissariale (al momento non si sa per quanto ancora provvisoria) fa tornare in auge la complessa situazione delle strutture comunali in vari campi (sportivo, culturale, servizi, etc).

Chi è già in campo, chi è prossimo

Il 2021 ha visto ad oggi in campo tra le squadre lametine solo quelle di futsal, il cui percorso tanto in campo maschile (Ecosistem Lameziasoccer in B) che in quello femminile (Vigor Lamezia Women in A2) però ha incontrato lungo la via più di una partita rinviata per casi Covid riscontrati nelle squadre avversarie.

Domani sera sarà la volta anche della Raffaele Lamezia per quanto riguarda la pallavolo maschile nel derby contro Cinquefrondi, con il campionato di serie B che è stato rimodulato da parte della federazione. Per la stessa società sono ripresi anche gli allenamenti della serie C femminile, ma ancora non è certa la data di ripartenza in campionato.

Sempre in campo indoor pronti a scaldare i motori anche in casa Basketball Lamezia, con la federazione ad aver dato il via libera per gli allenamenti, ma non per l’avvio dell’esperienza in serie C Gold (le formazioni calabresi sono state inserite nel girone campano). Novità in tal senso arriveranno dal Consiglio Federale programmato per il 29 gennaio, avendo la federazione fissato al 7 marzo la data ultima per avviare i tornei agonistici (in caso contrario si riprenderà direttamente dalla nuova stagione 2021/2022).

Spostandosi all’aperto per quanto riguarda il calcio tra febbraio e marzo è la nuova ipotesi per far ripartire le attività per i tornei di Eccellenza (quindi Sambiase e Vigor Lamezia) e Promozione (in campo la Promosport). Questo fine settimana il Presidente del Comitato Regionale Calabria Saverio Mirarchi avrà una video conferenza con i colleghi dell’aera Centro Sud in vista del consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti previsto per il 5 febbraio a Roma. Visti gli attuali dettami nazionali la proposta sarebbe quella di seguire i protocolli vigenti in serie D anche in Eccellenza e Promozione, le cui stagioni sono state sospese alla sesta giornata di andata, slittando la fine del campionato a luglio con primi calci di inizio ufficiali tra fine febbraio e metà marzo per permettere a tutti di riavere una preparazione sia in campo che logistica, date le nuove richieste.

Tanto all’aperto che al chiuso, però, lo scenario comune è quello di giocare almeno per i prossimi mesi senza pubblico sugli spalti, quindi ben distante da un concetto di normalità che ad oggi è difficile attendersi anche per la prossima stagione, tra curva pandemica e campagna vaccinale da monitorare a livello non solo locale ma nazionale.

Palloni a terra ed occasioni perse

Concentrandosi più nello specifico nella questione locale si torna agli impianti lametini, alle vicende burocratiche amministrative, al termine “programmazione” che latita e l’occasione persa per un confronto generale quando tutto lo sport era sospeso per rivedere regolamenti e necessità.

Ad oggi di aperti ufficialmente ci sono 3 stadi (D’Ippolito, Renda, Riga) ed 1 palazzetto (Palasparti), per quanto riguarda le prime squadre in attività, e le rassicurazioni offerte ad ottobre in consiglio comunale dal sindaco Paolo Mascaro su Palagatti, Polivante Gagliardi e Palasavutano per quanto riguarda le strutture al coperto (con conseguente decongestione infrasettimanale per il Palasparti), Provenzano per quelle all’aperto, si sono arenate con il tempo e la nuova gestione commissariale.

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Sempre ad ottobre in commissione consiliare si era tenuto un ultimo aggiornamento da “bollettino di guerra” su quale fosse la reale capacità recettiva delle strutture comunali per lo sport lametino, allargando il problema anche alle palestre scolastiche (dove trovano sede i settori giovanili e lo sport di base) chiamando in causa così oltre agli enti locali (Comune e Provincia) anche i dirigenti scolastici dei vari istituti che ospitano i locali richiesti. Un’ultima turnazione completa sull’argomento risale all’amministrazione Speranza, poi tra i continui cambi della guardia negli organi di indirizzo politico (“Mascaro I” e “Mascaro II” sono stati intervallati da scioglimenti e sospensioni, per cause non politiche ma legali) e gli uffici vuoti (sia di tecnici che di dirigenti, tra pensionamenti e piano di rientro che ha chiuso la porta ad ogni aiuto esterno) la vicenda si è ulteriormente ingarbugliata con anche il nuovo ruolo delle istituzioni scolastiche.

Politici, tecnici, dirigenti comunali e scolastici son più parti in causa che ad oggi non hanno trovato una programmazione comune da seguire, ed in più anche tra le società sportive viste le difficoltà esiste una concorrenza interna che non aiuta a seguire un fronte compatto, che sembrava essersi creato invece durante le chiusure della precedente gestione commissariale.

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Tariffe da adeguare per la Corte dei Conti, il bando sospeso

Oltre a sapere “quando” e “dove”, ogni società si interroga anche su “quanto”, inteso come la cifra che dovrà spendere ogni stagione, e tra i costi ci sono anche quelli delle tariffe per usare gli impianti comunali per quanto riguarda allenamenti e gare ufficiali. Ed anche in questo caso in via Perugini non mancano i problemi: da un lato gli uffici propongono un sostanziale rialzo per rispondere ai potenziali rilievi della Corte dei Conti sulla sostenibilità economica della gestione, dall’altro la parte politica ed anche le società sportive non erano dello stesso avviso con i vari distinguo del caso.

Anche di questo si era discusso in commissione consiliare a fine giugno, ma dopo 6 mesi la vicenda era rimasta ancora con i due fronti rimasti sulle proprie posizioni, e senza tariffe non può esserci un piano economico su cui basare il nuovo bando di gestione, e le stesse servono anche come punto di partenza sia per chi dovrà gestire le strutture che per chi dovrà usufruirne, difficilmente accettando l’ipotesi di vedersi esponenzialmente lievitare i costi.

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Inoltre c’è chi ancora non si è visto restituire la caparra versata durante la fase gestionale commissariale, lamentando anche difficoltà nell’accesso al credito in caso di ulteriori fideiussioni da dover presentare, e chi sarebbe anche disposto a mettere in campo interventi migliorativi della struttura (per gli stadi Vigor Lamezia, Sambiase e Promosport avevano già progetti di massima per quanto riguarda D’Ippolito, Renda e Riga) a fronte però di un lasso temporale di gestione più ampio per rientrare dall’investimento.

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Il futuro prossimo tra files, carte, legno, bitume, cantieri

Infine oltre al lato amministrativo e gestionale c’è quello prettamente materiale. Il Palasparti, dopo gli interventi avvenuti durante il biennio commissariale (con conseguente chiusura della struttura di via Marconi), è l’unico a disposizione per lo sport al chiuso ad oggi, ma oltre al problema di “traffico” nei turni tra le varie società e squadre (con ora anche le norme anti Covid da seguire), c’è anche l’usura del parquet da tenere in considerazione, ambito tornato in auge dopo le rimostranze della società di pattinaggio lametina che ha dovuto traslocare al PalaGallo di Catanzaro vista la mancata disponibilità avuta nell’impianto lametino.

In tal senso si attende l’esito del bando “sport e periferie”, con l’amministrazione Mascaro che sperava di poter ottenere i fondi necessari per un restyling sia del campo di gioco che di altri aspetti relativi all’adeguamento energetico, dopo che la terna commissariale non aveva firmato i mutui con il credito sportivo ottenuti dall’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose.

Nella stessa linea di finanziamenti la Provincia di Catanzaro ha candidato lo stadio “Carlei” per il rifacimento in sintetico del terreno di gioco, per un impianto che ad oggi è però quasi certamente strutturalmente inagibile per il pubblico dopo tutti gli anni di chiusura e vandalismo perpetrati. Dopo una prima rimessa in sesto e consegna simbolica alla Vigor 1919, nulla si è più fatto alla fine di via del Progresso, il cui destino è però strettamente collegato all’attiguo nuovo palasport comunale, essendo che le due strutture condividono la viabilità e nei Contratti Istituzionali di Sviluppo era previsto un finanziamento proprio per rinnovare ed adeguare tale ambito.

L’ultimo atto amministrativo comunale sul nuovo palasport, il cui cantiere dovrebbe essere completato entro l’inizio di febbraio, è di fine dicembre con l’affidamento ed esecuzione della pavimentazione del campo di gioco in parquet, ed alla fornitura e posa in opera di arredi e attrezzature attraverso somme già previste ed inserire nel quadro economico di progetto generale tra quanto a disposizione dell’amministrazione.

Anche nell’ipotesi che tutto vada per il meglio, rimane poi paradossalmente l’ostacolo di chi realmente potrà gestire tale struttura, viste le diffidenze locali su eventuali costi ritenuti troppo elevati ed il mancato interesse da parte di Coni e singole federazioni in tal senso, al netto di un’apertura anche al settore spettacoli dal vivo che richiederebbe ulteriori correttivi e maggiori finanziamenti.

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