Nella settimana della misericordia Marco Frisina ospite del Liceo Campanella

In dono un piatto in ceramica, realizzato a mano dai ragazzi, ispirato alle radici magnogreche della terra di Calabria 

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    «Fate della vostra vita un canto di amore. Chi ama comincia il Paradiso già su questa terra», è stata l’esortazione di Marco Frisina questa mattina nella prima tappa della sua visita alla Diocesi di Lamezia Terme in occasione della Settimana della Misericordia.
    Ha incontrato gli studenti del Liceo Campanella nell’auditorium dell’istituto diretto da Giovanni Martello in un dialogo moderato dal giornalista Domenico Gareri che ha avuto come filo conduttore proprio la musica. Ad aprire l’incontro è stata la Corale Diocesana “Benedetto XVI” diretta da Sara Saladino e accompagnata dall’orchestra del Liceo Campanella, che ha proposto un medley di alcuni dei brani di musica sacra scritti e composti da Frisina. E sempre gli studenti del Campanella sono stati protagonisti di una breve performance di musica e danza, tratta dall’opera musicale di Marco Frisina ispirata alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
    Frisina ha parlato agli studenti lametini di perdono e misericordia, di un Dio «che non ci guarda con l’atteggiamento del giudice pronto a punire, ma con lo sguardo di amore del Padre che sta accanto al letto del figlio malato e conta i battiti del suo cuore». Un Dio, quello di cui Frisina ha parlato agli studenti lametini, «che soffre di fronte a tanti giovani schiavi del peccato, che sprecano la vita in cose che non danno la felicità vera, ma producono insoddisfazione e disperazione; che fanno diventare la nostra vita terra arida mentre Dio vorrebbe fosse un giardino».
    Un dibattito vivace tra gli studenti del Liceo Campanella e il sacerdote, che ha risposto alle tante domande poste dai ragazzi che hanno voluto conoscere più da vicino la realtà di una Chiesa che vuole essere segno e testimonianza concreta della misericordia di Dio tra gli uomini. Gli studenti hanno donato a Frisina un piatto in ceramica, realizzato a mano dai ragazzi, ispirato alle radici magnogreche della terra di Calabria e con la raffigurazione del pesce che per i primi cristiani era simbolo di Cristo.

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