Il Trauma Center rimane nei desideri dei comitati sanitari lametini, ma il territorio ed i rappresentanti istituzionali non rispondono in via Perugini

A parte un paio di sindaci o delegati (mentre son 21 i Comuni che ricadono nel distretto sanitario del lametino), e qualche giustificazione degli assenti, di primi cittadini non vi è risposta

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Il Trauma Center rimane nei desideri dei comitati sanitari lametini, ma il territorio ed i rappresentanti istituzionali non sono dello stesso avviso avendo perso interesse nel presenziare anche all’ultima riunione sul tema. Il Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Cittadinanzattiva ed il Comitato Malati Cronici, aveva convocato presso la sede del Comune di Lamezia Terme un’assemblea straordinaria dei sindaci del distretto sanitario lametino, invitando anche i consiglieri regionali eletti nella Provincia di Catanzaro, per discutere in merito alle «iniziative da assumere per far includere l’ospedale di Lamezia Terme nella istituenda azienda unica ospedaliero-universitaria Pugliese/Mater Domini con la funzione di polo centrale della rete politrauma regionale» e quelle «per il rilancio dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri nel distretto sanitario lametino». A parte un paio di sindaci o delegati (mentre son 21 i Comuni che ricadono nel distretto sanitario del lametino), e qualche giustificazione degli assenti, di primi cittadini però non vi è traccia, così come tra i consiglieri regionali solo Scalzo siede al tavolo dei lavori ribadendo la volontà di portare a Reggio Calabria la proposta di includere il Giovanni Paolo II nella nuova azienda sanitaria di Catanzaro, anche alla luce del polo di formazione di scienze infermieristiche presente in via Perugini. Lo stesso consigliere regionale del Pd ammette che si è all’inizio di un lungo iter,
    La proposta di legge regionale per l’istituzione dell’azienda unica Pugliese/Mater Domini avrà però come unica seduta utile e valida sull’argomento, ovvero l’azienda sanitaria della città di Catanzaro, il consiglio regionale, al di là di quali siano i moti di opinione lametini.
    Nel dibattito si ribadisce così la volontà di voler essere accorpati come ospedale di Lamezia Terme all’interno dell’azienda che gestirà quelli di Catanzaro. Panedigrano reputa che la nuova azienda contando su 800 posti letto potrebbe offrire servizi migliori rispetto a quelli dell’azienda sanitaria provinciale di cui l’ospedale di Lamezia rimane a far parte (al pari del presidio di montagna di Soveria Mannelli), rivendicando un progetto della giunta regionale di 20 anni fa (ma riemerso anche all’indomani dell’accorpamento delle Asl in Asp) come il polo traumatologico che secondo l’attuale commissario Scura è ormai superato. Si contesta anche la destinazione dei 20 milioni di euro del Patto per la Calabria per l’ospedale lametino, che la direzione dell’Asp ha programmato per una riorganizzazione del presidio esistente, reputando gli stessi possano essere usati per il polo traumatologico.
    Negli interventi degli altri esponenti dei comitati da un lato si lamenta la carenza di posti letto, dall’altro però manca il personale per assicurare l’assistenza, ed in entrambi i casi il piano di rientro ed il settore commissariato non sono aspetti secondari.
    Altro aspetto è il momento: tra un anno si voterà per il rinnovo del consiglio regionale, i venti della campagna elettorale stanno iniziando a spirare su entrambe le coste dell’istmo (alla riunione odierna tenuta nella sala commissioni del Comune di Lamezia Terme spettatori interessati anche vari componenti del Pd lametino), la sanità è costantemente tema dei programmi proposti.

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